FIRENZE – “Un’edizione eccitante da tutti i punti di vista”, così Fabrizio Moretti, segretario generale della Biennale dell’Antiquariato di Firenze, ha commentato questa edizione della manifestazione che si è conclusa domenica 2 ottobre. “Abbiamo lavorato tre anni per organizzare l’edizione della rinascita – ha quindi spiegato Moretti – chiedendo agli antiquari di portare solo qui a Firenze, i capolavori più rari e preziosi. La qualità delle opere proposte è stata sotto gli occhi di tutti e di questo voglio ringraziare tutte le gallerie”.
A Palazzo Corsini, dopo il restauro della facciata e dello scalone nobile, 77 gallerie italiane ed estere hanno dato vita ad allestimenti eleganti per accogliere opere di importanza museale. Una proposta elevatissima per qualità secondo la critica più esperta, italiana ed internazionale, che ha raccontato la Biennale sulla stampa in termini entusiastici.
Insomma, è stata la Biennale che ha segnato il ritorno, non dopo due anni come sarebbe stato naturale ma dopo tre, della Mostra Mercato dell’Antiquariato più importante in Italia. Antiquari e operatori del settore guardavano con speranza e ottimismo a questo appuntamento come il momento di rinascita di un mercato – e del suo indotto – fortemente messo in difficoltà dalla pandemia.
I risultati, ad oggi, si possono considerare più che positivi, hanno infatti superato le speranze sia in termini di presenze che di vendite.


Le novità di questa edizione
Alla mostra dell’Antiquariato non sono mancate le innovazioni, come la realizzazione di “Eternal Memories”, il primo docu-game al mondo concepito per raccontare alle giovani generazioni l’arte antica attraverso un momento ludico. E ancora il corner EY, dedicato all’innovazione in cui si è sperimentato il legame tra nuove tecnologie e arte, e uno spazio museale all’interno del Metaverso con opere d’arte premiate nelle precedenti edizioni della BIAF per vivere, anche da remoto, un’esperienza immersiva.
Le vendite
Sono state numerose anche le vendite. Gli Uffizi hanno fatto da apripista aggiudicandosi ben sei opere acquisite (e la donazione di un disegno preparatorio del pittore cinquecentesco Carletto Caliari per un quadro oggi custodito al Louvre, donato dal gallerista Enrico Frascione), seguiti dagli acquisti del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto e dalla Galleria dell’Accademia di Firenze.
Il museo degli Uffizi in particolare ha scelto due quadri e una scultura del Seicento: “Ritratto di giovane vittorioso sull’Invidia” di Pietro Paolini esposto dalla Galleria Porcini, e “Allegoria del Disegno e della Pittura” di Francesco Cairo proposta da Frascione Arte. Inoltre il prezioso busto in avorio di Cosimo III de’ Medici scolpito da Jean-Baptiste Basset a Livorno nel 1696, esposto nello stand della Galleria Orsi e un autoritratto dell’Ottocento, Felice Cerruti Bauduc, “Atelier con il pittore in atto di dipingere il Combattimento di Sommacampagna” di Pallesi Art Gallery. Infine, di Giacomo Manzù il museo ha acquistato presso lo stand di Galleria Gomiero una Pietà in bronzo del 1950.
Le trattative sono private e spesso si concludono anche a settimane di distanza, tuttavia alcune gallerie hanno fatto sapere, nei giorni scorsi, quali opere e oggetti hanno trovato “casa”. Un collezionista privato e non un museo, come sarebbe stato legittimo supporre, ha acquistato nella prima mezz’ora di preview le Posate di Cosimo I de’ Medici Granduca di Toscana esposte nello stand della galleria Longari. Di manifattura fiorentina del XVI secolo (Ferro dorato e cesellato; decorazione a niello) il set era composto da 4 forchette, 4 coltelli, un forchettone e un coltellone.
Giacometti Old Master Paintings ha portato a termine numerose vendite tra le quali segnalano: Luigi de Luca “Monello napoletano”, terracotta, ante 1880 venduto a un collezionista giapponese. E di Saverio della Gatta una “Veduta della Villa di Diomede a Pompei”e “Veduta della Tomba di Virgilio a Napoli”, entrambi gouaches su carta, 1807 venduti a un noto artista italiano. La Galleria Carlo Virgilio ha venduto sette opere, tra le più importanti segnala di Raphael Mengs il “Ritratto di una giovane nobildonna”, 1760-1770 circa, Olio su tela a collezionista italiano e un bronzo di Duilio Cambellotti “L’avo” del 1924 entrato ora in una collezione toscana.
La Galleria Paolo Antonacci ha fatto sapere che già la prima sera di preview ha venduto il bellissimo dipinto raffigurante il duomo di Firenze (Alfred Berg, “Veduta notturna del duomo di S. Maria del Fiore”) a un collezionista fiorentino, inoltre un quadro di Nino Costa a collezionista romano, un bel disegno a due clienti americani e i due magnifici acquarelli “vedute di Roma” di Keisermann a un cliente romano.
I giovani galleristi Caretto & Occhinegro hanno venduto uno degli highlight di questa edizione, “giochi di scimmie (coppia di dipinti)” di Abraham Teniers, un olio si tavola del 1650 ca. aggiudicato durante i giorni iniziali della fiera a un nuovo collezionista. Pietro Cantore della omonima galleria segnala la vendita, tra le altre, di un bel rame dell’artista bolognese Francesco Albani raffigurante “Il Padre Eterno appare alle Sante Tecla e Agnese”, di cui esiste una variante su tela nella Cattedrale di Osimo nelle Marche andato a cliente emiliano. Bellissimo il tavolo di Giacomo Manzù venduto dalla Galleria Botticelli Antichità in legno bronzo e cristallo proveniente da villa Lampugnani Bordighera.


È sicuramente un amante dei cani il o la collezionista che da Società di Belle Arti ha acquistato un’opera di Eugenio Cecconi intitolata “I miei amici”, composta da 14 ritratti ad olio dei cani appartenuti all’artista.
La Galleria Nobile ha venduto un disegno realizzato da Balthasar Kłossowski De Rola alias Balthus che ritrae l’amico Renato Guttuso nel 1975 e inoltre il sorprendente Autoritratto di Armando Locatelli, un olio su tavola del 1925.
Per la galleria Antonacci Lapiccirella di Roma la 32ma edizione della BIAF è stata un successo: “grande affluenza di collezionisti, curatori di musei e appassionati d’arte internazionali” e comunica di aver venduto sette opere, tra cui un’affascinante tempera di Ippolito Caffi (“Ascensione in mongolfiera sulla campagna romana (Lago di Albano del 1847”) a un nuovo collezionista. Sempre a collezionisti privati sono andati anche il bellissimo bronzo di Libero Andreotti “Donna che fugge” del 1919, proveniente dalla collezione Ugo Ojetti e il capolavoro di Onofrio Martinelli “I Giganti”.
Entusiasta la Galleria di Carlo Orsi con importanti vendite all’attivo: “Antioco e Stratonice” di Gaspare Landi, venduto a un privato e il “ritratto di Cosimo III de’ Medici” di Jean-Baptiste Basset, venduto come è noto agli Uffizi.
La Galleria Poggiali conferma un totale di tre vendite dei due artisti presentati alla BIAF, Arnulf Rainer e Claudio Parmiggiani andati tutti collezionisti privati. Non svela le vendite ma solo parecchio entusiasmo Matteo Salamon che di BIAF ne ha frequentate diverse: “Finalmente ho visto voglia, desiderio, curiosità nei collezionisti, siamo tornati negli anni ’80 per il clima eccitante che abbiamo respirato nelle giornate di preview ma anche nei giorni successivi”.
I social
Grande presenza della Biennale anche sui social. I follower su Istagram e FB sono raddoppiati sino a raggiungere i 43 mila. Con i post pubblicati la BIAF ha raggiunto complessivamente 2 milioni e 300 mila persone. Le interazioni con i contenuti dei post sono più di 150 mila. Mentre le visualizzazioni dei contenuti su Facebook hanno superato i 4 milioni e su Instagram i 3 milioni e mezzo. Per quanto riguarda il pubblico ci sono due dati importanti: la crescita dei follower da altri paesi e il rilevante aumento del numero dei più giovani, con il target 25-34 che ha superato quello dai 45 ai 64 e quello dei 18-24 che ha già superato quello degli over 65.