MILANO – Dopo l’esposizione tenuta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dal titolo Aperto confine sulla Gorgone di Sartorio, progetto ispirato da due bozzetti preparatori di Giulio Aristide Sartorio per la grande tela La Gorgone e gli Eroi (1897), Antonello Viola (Roma, 1966) torna a confrontarsi col passato, stavolta andando ancora più a ritroso nel tempo.
“Antonello Viola incontra un dipinto di Filippo Lippi” è la mostra in programma dal 17 novembre 2022 al 31 gennaio 2023 alla Galleria Salamon di Milano. Un progetto che nasce dallo studio che l’artista romano ha fatto su una meravigliosa “Madonna con bambino” del 1433, unica opera di Filippo Lippi al mondo custodita in collezione privata.
Il passato per reinterpretare il presente
“Nella mia pratica artistica – chiarisce Viola – il passato oltre che ispirazione è anche un aiuto nel ricucire e reinterpretare il presente”.
In un gioco di compenetrazioni temporali, Viola stabilisce, dunque, attraverso la sua pittura lenta, pensata, ponderata, un intenso dialogo con Filippo Lippi. Sette le opere inedite presentate accanto al capolavoro antico, in questa piccola ma preziosa mostra.
Si tratta di dipinti realizzati su carta giapponese, medium prediletto dall’artista, frutto di un lungo processo di stratificazioni: le campiture di colore, inspessendo la carta la trasformano in “carta-colore”. A sigillare il lavoro di stratificazione interviene la foglia d’oro che non rappresenta, tuttavia, una chiusura definitiva, ma l’inizio di un meticoloso processo di scavo. La matericità dell’oro viene, infatti, scalfita attraverso raschiature e delicate asportazioni dove si insinuano, in piccole aree e lungo i margini, gli strati di colore sottostante. Lo strato d’oro chiude e apre al tempo stesso.
“Quasi monocromo” è la definizione più utilizzata nel caso delle opere di Viola, che appunto monocromi non sono affatto. Viola scompaginando la linearità temporale, creando uno spazio dilatato di bellezza, fa emergere una enigmatica apertura spazio/temporale. L’artista passa la storia al setaccio ma non impone mai alcuna interpretazione, piuttosto con i suoi interventi, invita alla contemplazione e alla riflessione individuale, proponendo nuove modalità percettive e interpretative.
Una pittura tutt’altro che iconoclasta quella di Viola, come potrebbe apparire a primo acchito. Al contrario, le stratificazioni formulano un racconto, sicuramente non descrittivo in senso classico, ma fatto di evocazione e rimandi che richiedono la predisposizione e la sensibilità per poterli cogliere e accogliere.
Alla base del lavoro c’è l’idea che la pittura richieda una processualità lenta e che ogni dipinto chiami l’artista a un rapporto di lunga frequentazione, a un dialogo tra due alterità che si contaminano reciprocamente. “I lavori di Viola – sottolinea Matteo Salamon – hanno cronologie molto lunghe, a volte spaventosamente lunghe, di anni, ogni opera è dunque un segmento temporale, una porzione di vita”.
La mostra è organizzata in collaborazione con Francesca Antonini Arte Contemporanea di Roma.
Vademecum
Galleria Salamon
Milano, Palazzo Cicogna, via San Damiano
Tel. 02 7602 4638; Email: info@salamongallery.com
Orario: dal lunedì al venerdì, 10 – 13 e 14 – 19
Ingresso libero