MILANO – Inaugura giovedì 17 novembre 2022, nello Spazio delle Culture Khaled al-Asaad al Mudec di Milano, l’installazione #OneLove dell’artista Norma Jeane, a cura di Katya Inozemtseva.
Norma Jeane è l’alter ego di un* artista che non vuole essere identificat*. La sua biografia si riassume in “nat* a Los Angeles nelle prime ore del mattino del 5 giugno 1962”, momento in cui Marilyn Monroe morì.
L’artista, all’opposto della donna di cui porta il nome proprio, la più fotografata della storia, fa il contrario e opta per una totale assenza fisica. Non appare, infatti, mai in pubblico. In ogni suo progetto Norma Jeane concepisce e coordina opere collaborative, installazioni e performing art che sono l’antitesi della celebrità e del glamour (parte integrante dell’immagine di Marilyn), optando invece per lavori che hanno un forte messaggio sociale.
L’opera
#OneLove è un parallelepipedo di plastilina che evoca la bandiera arcobaleno; al suo interno nasconde però un’intersezione bianca e nera, a voler riconoscere e celebrare la complessità dell’essere umano. È un’opera collettiva e in fieri, che muta nel tempo e nello spazio grazie alla fruizione continua del pubblico che vi interagisce modellando e rimodellando il materiale di cui è composta, per tutta la durata dell’installazione.
#OneLove permette al simbolo di trasformarsi in un territorio di interazione. La plastilina, un materiale quasi infantile e malleabile, si oppone all’idea di prudenza nei confronti del simbolo: ogni visitatore è libero di scolpire qualsiasi cosa, mescolare i colori, consapevole che chiunque, successivamente, potrà distruggere o rimodellare ciò che è stato fatto. Il simbolo diventa piattaforma di interazione fisica, ne assottiglia il potere rappresentativo, e quindi politico, ritornando alla persona, al suo corpo, al gesto individuale, ricodificando infine ogni comunicazione.
“#OneLove – spiega l’artista – è un terreno di gioco. Proprio come in una sabbiera si può fare tutto e il contrario di tutto senza farsi troppo male. Sì, perché avere a che fare con i simboli può essere pericoloso. Di fronte a un emblema o a una bandiera bisogna mostrare prudenza (se non riverenza). #OneLove è un arcobaleno di colori che contiene il bianco e il nero delle scelte nette. O di qua o di là. Oppure dappertutto. Ogni colore prende forma e significato nelle mani e negli occhi di chi ci gioca e nel mescolarsi sempre più con gli altri colori, moltiplicando all’infinito le sfumature. Fai e disfa, niente è definitivo. La materia è dolce e morbida e ogni forma non fa in tempo a essere riconosciuta, a suscitare un pensiero o un’emozione, che subito diventa tutt’altra cosa nelle mani di chi segue. È il flusso sinuoso e ribollente delle cose vive. Siamo ‘noi’, quando usciamo dall’angolo (retto) e ci sentiamo liberi di cambiare le cose per vedere come poi va a finire. Gioco pesante, doppio gioco, gioco di prestigio, gioco da ragazzi. Let’s get together and feel alright!”
Non si tratta dunque di una dichiarazione politica o ideologica ma una pratica condivisa.

Marina Pugliese – dal febbraio 2022 di nuovo alla guida del Mudec dopo 7 anni – sottolinea l’importanza di ospitare un’opera come questa al Mudec e a questo riguardo afferma: “Tornando a dirigere il Mudec intendo riannodare idealmente i fili con la missione del museo, inteso come spazio dove le collezioni etnografiche funzionano da volano per aprire il dibattito a temi di cultura contemporanea in senso interdisciplinare. In questo senso è dirimente avere una figura curatoriale di rilievo, strutturata sui temi del post-colonialismo e del post-umanesimo. Ho quindi il piacere di annunciare – prosegue la Direttrice – che per i progetti di arte contemporanea abbiamo incaricato Katya Inozemtseva quale curatrice aggiunta di arte contemporanea per il Museo delle Culture. La Inozemtseva, già capo curatrice di Garage a Mosca, ha lasciato la Russia in concomitanza con l’invasione dell’Ucraina e rappresenta la figura ideale per parlare – con taglio critico – delle complesse questioni diasporiche e intersezionali tipiche della cultura e della società attuale.”
L’opera sarà fruibile fino al 12 marzo 2023.
Il simbolo arcobaleno
Nel 1978 Harvey Milk commissionò il disegno di una bandiera per il gaypride al suo amico Gilbert Baker. Gilbert si ispirò alle strisce della bandiera americana trasformandola in un arcobaleno di colori, a ciascuno dei quali attribuì un valore simbolico: rosa caldo per il sesso, rosso per la vita, arancione per la guarigione, giallo per la luce del sole, verde per la natura, turchese per la magia, blu per l’armonia e viola per lo spirito. Dopo quel debutto di successo, Baker rimosse due colori dal design per rendere più facile la produzione di massa, eliminando il rosa e il turchese e stabilendo così l’attuale configurazione a sei tonalità. Nel corso del tempo, e con l’affermarsi sulla scena internazionale del movimento LGBTQ, ogni comunità definita dall’orientamento sessuale sentì l’esigenza di rappresentarsi in modo simbolico con la creazione di bandiere sempre più specifiche. La corsa alla progressiva e minuziosa categorizzazione coinvolse perfino i detrattori del movimento che a loro volta decisero di rappresentare la propria concezione binaria della sessualità con una bandiera composta da cinque strisce bianche e nere alternate.
Gli incontri di approfondimento
In concomitanza con l’esposizione dell’opera, sono previsti tre incontri di approfondimento con artisti, scrittori, attivisti, che permettono al pubblico di conoscere meglio le tematiche sottese al lavoro di Norma Jeane.
Collective Bodies – corpo artistico collettivo
29 novembre 2022, ore 18:30
Include me Out
15 dicembre, ore 18:00
Bandiera Bianca
Gennaio 2023, ore 18:00