ROMA – Il festival Street Art for Rights a Roma mette al centro i diritti umani e lo fa ponendo anche l’accento sulle donne, con le donne e per le donne.
Per questa ultima edizione sono state invitate tre artiste donne di fama internazionale per rappresentare tre degli obiettivi dell’Agenda 2030 ONU: la vita sott’acqua (Obiettivo n. 14) con Barbara Oizmud, la vita sulla terra (Obiettivo n. 15) con Natalia Rak e la Pace, giustizia e istituzioni solidali (Obiettivo n. 16) con Manuela Merlo in arte Human.
Il mondo della street art, come tanti altri settori lavorativi e artistici, è purtroppo dominato prettamente da uomini. Per una donna inserirsi in questa categoria è molto difficile e per chi non si accontenta di essere “solo” una street artist qualunque, l’impresa è ancora più ardua. Eppure qui siamo di fronte a tre donne “che ce l’hanno fatta”.
In questa occasione le tre artiste usano la propria arte contro le disparità di genere, le disuguaglianze nel mercato del lavoro, ogni forma di violenza fisica e psicologica. Temi attualissimi, al centro della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che viene celebrata ogni anno il 25 novembre.

Per Street Art For Rights l’artista Manuela Merlo in arte Human nella sua rappresentazione vuole rendere un omaggio alle donne, alla loro forza e alle loro relazioni. L’opera di Human realizzata nel quartiere Settecamini è una donna con in mano una colomba (simbolo ancestrale di pace), con attorno altre colombe raffigurate in forme di origami di carta che stanno a sottolineare quanto sia fragile la pace e sia importante proteggerla.
Il muro di Human si ispira alla celebre opera di Tamara De Lempicka “Donna con la colomba”, ossia simbolo di purezza, tenerezza e fede, ma anche dell’amore puro e libero. Anche Tamara De Lempicka in questo suo quadro si ispira ad un’altra artista che era venuta secondi prima di lei, Rosalba Carriera, pittrice di fine Settecento, anch’essa donna “contro corrente”.

Natalia Rak è oggi una delle artiste urbane più apprezzate della scena internazionale. Per Street Art For Rights ha realizzato nel quartiere Settecamini un muro completamente dedicato alla natura. Un bambino, o forse una creatura dei boschi mentre seduto su un tronco, come nella tradizione fiabesca, suona il flauto, che attraverso la sua melodia dà vita ad una danza di piante, fiori e farfalle. La creatura è seduta su un tronco tagliato, simbolo di deforestazione e desertificazione e proprio su di esso suona, infondendo positività e speranza: non è troppo tardi per fermarsi e dare inizio a nuova vita.

Infine, l’artista italiana Barbara Oizmud, che ha realizzato una riflessione capillare sulla vita sott’acqua e sulla sempre più ampia diffusione di microplastiche all’interno dei mari. L’opera sulla parete della metropolitana di Ponte Mammolo si chiama “Polline”, ed è dedicata alla flora e fauna acquatica. L’artista ha ragionato sul 14esimo obiettivo dell’Agenda ONU 2030, che mira a “conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”. Il risultato del lavoro di Oizmud è una creatura ibrida finita negli abissi, causa e al tempo stesso cura di una ferita collettiva generata dall’uomo. Polline è persona e animale, è oggetto e corallo. Polline è uno specchio della nostra società.
In questo ciclo di rimandi e di omaggi alle donne, Street Art For Rights ha scelto inoltre una donna per immortalare fotograficamente le opere, ossia Elenoire.