VERONA – La pittura di Piero Dorazio ((Roma, 1927 – Perugia, 2005), fra i massimi rappresentanti dell’astrattismo europeo, è protagonista della mostra ospitata fino al 30 aprile 2023 negli spazi espositivi dalla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e della Galleria dello Scudo a Verona.
Realizzata in collaborazione con l’Archivio Piero Dorazio, l’esposizione si concentra in particolare sulla produzione del pittore compresa tra il 1963 e il 1968, presentando un corpus di oltre trenta dipinti provenienti dagli eredi dell’artista e da collezioni pubbliche e private.

Il percorso espositivo evidenzia un cambio di rotta nella creazione del pittore, in cui la struttura reticolare dei lavori datati 1959-1962 cede il passo a un nuovo impianto compositivo. L’esposizione apre simbolicamente con Presente e passato, opera del 1963 che segna, appunto, l’inizio di una “nuova pittura”, più aperta verso molteplici strade, più concentrata sullo studio del colore e sulle differenti possibilità compositive, che denotano la volontà di spaziare verso altre ipotesi operative.
Sono questi gli anni anche dell’insegnamento alla University of Pennsylvania, dove Dorazio è al centro di un vivace confronto internazionale correlato all’ambiente culturale di New York. Qui si consolidano i rapporti con i protagonisti della scena artistica americana, da Barnett Newman a Helen Frankenthaler, Ad Reinhardt, Franz Kline, Clyfford Still, Jules Olitsky, Kenneth Noland, invitati a partecipare alle attività didattiche programmate dal dipartimento da lui diretto. È del 1965, invece, la partecipazione di Dorazio alla grande mostra The Responsive Eye, al Museum of Modern Art di New York che vede schierati i protagonisti del movimento noto come “Color Field” e che lo consacrerà artista internazionale. Seguirà la partecipazione alla International Exhibition of Contemporary Painting and Sculpture a Pittsburgh nel 1967, e ad altre mostre collettive che lo confermeranno alla ribalta della critica soprattutto statunitense.

Un evento particolare sul quale la mostra veronese pone una particolare attenzione è la sala personale alla XXXIII Biennale di Venezia nel 1966, in cui figurano 21 opere tra le più significative di quel momento, molte delle quali inserite nel presente progetto, come Allaccio, Tutto a punta, Ottimismo-pessimismo (a Giacomo Balla) e Tranart (a Gino Severini), tutte di quell’anno.
L’esposizione è realizzata con la supervisione di scientifica di Francesco Tedeschi, storico dell’arte e curatore del Catalogo ragionato dell’artista, promosso dall’Archivio Piero Dorazio e di prossima pubblicazione con Skira, editore anche del volume che accompagna la mostra veronese.
Piero Dorazio La nuova pittura Opere 1963 – 1968
a cura di Francesco Tedeschi
17 dicembre 2022 – 30 aprile 2023
Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e Galleria dello Scudo
Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
Palazzo della Ragione – cortile Mercato Vecchio 6, 37121, Verona
045 8001903 | gamforti@comune.verona.it | gam.comune.verona.it
Galleria dello Scudo
Via Scudo di Francia 2, 37121, Verona
045 590144 | info@galleriadelloscudo.com | galleriadelloscudo.com