BOLOGNA – In occasione di ART CITY Bologna, prende il via il 27 gennaio, al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, la mostra Viola! Pablo Echaurren e gli indiani metropolitani, il nuovo progetto espositivo a cura di Sara De Chiara.
L’esposizione approfondisce il rapporto di Pablo Echaurren (Roma, 1951) con il contesto bolognese, attraverso una selezione di opere realizzate tra il 1977 e il 1978, di pagine di Lotta Continua, di collage, fanzine e illustrazioni ispirate agli avvenimenti e alla poetica del Settantasette.
La mostra mira a ricostruire e rendere tangibile per i visitatori che attraverseranno lo spazio della Project Room del MAMbo lo straordinario fermento di una stagione complessa e per molti versi irripetibile.
Viola!, parola che dà il titolo all’esposizione, è un’esortazione a violare, a rompere le barriere tra le discipline, i codici, gli schemi, per tentare di realizzare quella fusione utopica di arte e vita professata dalle avanguardie, che durante una breve ma prolifica stagione tra il ’77 e il ’78 sembra realizzarsi.

Disegno per “Lotta Continua”, 1977 Pennarello su carta 22 x 33 cm

Il masso delle formiche a forma di cetaceo pietrificato raggiunge la rupe del cigno fossile, 1972 Smalto e china su cartone 33 x 41 cm
Dai “quadratini” alle fanzine
In mostra i celebri “quadratini”, esposti per la prima volta da Echaurren nel 1977 alla Galleria San Luca a Bologna. Si tratta di piccole griglie dipinte a smalto o acquerello che accolgono all’interno delle proprie caselle diverse sfaccettature del mondo fenomenico o vignette d’invenzione. Una tipologia di lavori avviata verso il 1970 quando l’artista, non ancora ventenne, disegna e dipinge ponendosi nel solco tracciato da Gianfranco Baruchello.
Al 1978 risale invece l’inizio della collaborazione dell’artista con la redazione del quotidiano Lotta Continua, per il quale realizza diverse illustrazioni che inizialmente mantengono la struttura sequenziale dei “quadratini”.

La produzione dell’artista nell’ambito editoriale non si limita alla collaborazione col quotidiano. Nel 1977 vedono la luce diverse fanzine, tra le quali Oask?! e Il complotto di Zurigo in cui parola e immagini, citazione colta e incursioni pop, segni grafici asemici, volontari anacronismi e détournement sono finalizzati a una rappresentazione disincantata e ironica della realtà.
Umberto Eco sulle pagine de L’Espresso e Maurizio Calvesi in Avanguardia di massa (1978) sono stati i primi intellettuali in Italia a cogliere la convergenza sul piano linguistico della controcultura del Settantasette, nell’esperienza che le giovani generazioni stavano vivendo, con quella delle avanguardie storiche: trasponendo nelle proteste pacifiche un linguaggio provocatorio che si rifaceva alla rottura linguistica operata dal Futurismo e dal Dada oltre mezzo secolo prima, gli indiani metropolitani lo fecero tornare a essere una lingua viva, parlata non dalle élite ma dalle masse, nelle strade.
Dal 5 febbraio, MoRE. a Museum of refused and unrealised art projects – con cui il MAMbo ha già collaborato nel 2021 per la mostra Hidden Displays 1975-2020. Progetti non realizzati a Bologna – proporrà sul proprio sito web Il quaderno dell’arte non fatta. Pablo Echaurren pensa a Marcel Duchamp, a cura di Cristina Casero e Valentina Rossi, virtual exhibition che nasce grazie alla donazione di alcuni progetti non realizzati di Pablo Echaurren a MoRE Museum.
Vademecum
Viola!
Pablo Echaurren e gli indiani metropolitani
A cura di Sara De Chiara
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Project Room
28 gennaio – 14 maggio 2023
Opening venerdì 27 gennaio 2023 h 18.00