BOLOGNA – È una risposta creativa e urgente, un grido di libertà, soprattutto rispetto all’attuale drammatica situazione che sta vivendo l’Iran, quella proposta da quattro artiste iraniane nella collettiva ospitata a Palazzo Fava, il Palazzo delle esposizioni di Genus Bononiae, dal 2 al 5 febbraio, in concomitanza con ArteFiera e Art City 2023.
“Voci dall’abisso. Quattro artiste iraniane a Bologna” è il titolo della mostra che presenta i lavori di Pegah Pasyar, Reyhaneh Alikhani, Golzar Sanganian e Khorshid Pouyan. Quattro artiste che hanno incrociato i loro destini all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si sono diplomate e hanno trovato la possibilità di portare avanti ognuna la propria ricerca.
“Il desiderio di comunicare diventa urgenza” in queste artiste -spiega Filippo Sassoli de Bianchi, Presidente di Genus Bononiae. – “Abbiamo assistito negli ultimi mesi a numerosissime manifestazioni, happening, performance che hanno voluto portare l’attenzione sulla situazione in Iran, – aggiunge – ma questa è la prima volta che l’Italia ospita una collettiva di artiste iraniane, e come istituzione culturale siamo felici di dare loro voce e spazio. Crediamo sia un messaggio importante e da non dimenticare anche e soprattutto nei giorni di ArteFiera, durante i quali Bologna diventa capitale dell’arte contemporanea”.
Vita, libertà, appartenenza, espressione: quattro voci, un unico grido
Nella mostra bolognese, pur emergendo le singole personalità delle artiste, è evidente la forte presenza della cultura persiana, sia nelle modalità tecniche che nella poetica, pervasa da sentimenti di libertà, amore, sofferenza, appartenenza.
Il richiamo alla libertà nell’opera di Pegah Pasyar è rappresentato simbolicamente dagli specchi che fanno da base alle sculture realizzate in cartapesta e creta, la cui immagine viene riflessa, simbolicamente, all’infinito. C’è nelle opere un richiamo alla scultura del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino a Napoli, ma anche alla purezza delle forme di Constantin Brancusi. Le piccole opere ad olio su carta Skyning e Routing, in cui è vivo ancora una volta il richiamo all’infinito, sono invece un omaggio ai cieli di Constable. Mentre i delicati disegni di nudi con la tecnica del monoprint su vecchie carte dialogano con le sculture in oro, evocando libere forme nelle relazioni tra i corpi.
L’antichissima tecnica dei tappeti kilim, risalente a mille anni prima di Cristo, è il fulcro del lavoro di Reyhaneh Alikhani, che in mostra presentala serie Trame. Qui gli strumenti da taglio, come le seghe, da elementi distruttivi diventano telai della tessitura in lana, che rappresenta nel suo ordito l’albero del melograno, simbolo della vita.

La natura è al centro della ricerca di Golzar Sanganian. Gli elementi naturali sono un richiamo alla terra di origine, ma al tempo stesso si coglie la lacerante realtà di un legame negato. Nella serie Emerse le alghe trovano una nuova vita in un nuovo spazio, dopo che il mare le ha rifiutate, mentre Naufragio simboleggia la resistenza del corpo ferito, la capacità di trovare nuova forza e resistenza dopo una caduta.
Il lavoro sulle figure umane e la rappresentazione del vuoto sono gli elementi sui quali si imbastisce il lavoro di Khorsid Pouyan. Nell’opera Oltre al nulla Pouyan crea l’illusione di un’apertura nella parete che, smaterializzandosi, proietta nel vuoto spazio aperto ed eterno di un cielo azzurro senza inizio né fine, aperture che ricordano l’arte di Sol Lewitt. Le grandi figure di nudo della serie In_quiete, immerse nel candore della lana, sono invece alla ricerca di un equilibrio in mezzo alle distrazioni quotidiane.
Vademecum
“Voci dall’abisso. Quattro artiste iraniane a Bologna”
Opere di Pegah Pasyar, Reyhaneh Alikhani, Golzar Sanganian, Khorshid Pouyan
A cura di Marco Baldassari
Dal 2 al 5 febbraio 2023
Galleria di Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni, via Manzoni, 2, Bologna
Orari: giovedì 2 febbraio h. 10-21 (ultimo ingresso h. 20)
Venerdì 3 febbraio h. 10-19 (ultimo ingresso h. 18)
Sabato 4 febbraio h. 10-23 (ultimo ingresso h. 22)
Domenica 5 febbraio h. 10-19 (ultimo ingresso h. 18)
Ingresso Libero