FIRENZE – L’esilio, il confino, la guerra, gli anni bui. C’ è tutto questo nella mostra Carlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea, ospitata dal 9 febbraio al 19 marzo 2023, a Palazzo Medici Riccardi a Firenze.
L’esposizione, a cura di Pino Mantovani, su progetto della Fondazione Carlo Levi, è dedicata al soggiorno dell’intellettuale antifascista Carlo Levi a Firenze (1941 – 1945).
Come è noto, proprio a Firenze, Levi concepì tra il 1943 -’44, quando “viveva nascosto in casa della signora Ichino, nella paura di un improvviso arrivo della Gestapo” , il suo Cristo si è fermato ad Eboli. Nel libro, Levi rievoca volti, storie e personaggi del suo confino a Grassano e ad Aliano in Lucania: un’esperienza sconvolgente che lo portò alla scoperta di un’altra Italia.

“C’è una specularità tra la chiave narrativa di Levi e quella figurativa che nel ‘Cristo si è fermato ad Eboli’ mi pare pienamente espressa. – osserva il Sindaco Dario Nardella – È interessante sottolineare a questo riguardo come la stesura del suo romanzo sia avvenuta a Firenze, nel momento più difficile e pericoloso di divisione nazionale e dell’occupazione nazista, tra Resistenza e Liberazione. La mostra illumina volti, storie e rapporti, alcuni più noti, altri che col tempo vengono storicizzati e che sono caratterizzati dal contributo del Levi scrittore e pittore, come i quadri destinati alla copertina del romanzo di un amico scrittore lucano, vissuto a Firenze in stagioni diverse della sua vita”.

Un ritorno a casa
“Nel 2022 ricorrevano i 120 anni dalla nascita di Carlo Levi, una figura importante del mondo della cultura, dell’arte e dell’antifascismo italiano – afferma Pino Mantovani– È molto importante che questo anno leviano si concluda raccogliendo i risultati delle nuove indagini. Dove questo poteva avvenire meglio che a Firenze? Che fu carissima a Levi, e fondamentale nella sua vicenda, davvero centrale come il luogo dove arrivò a dare un senso definitivo alle straordinarie intuizioni ed esperienze della giovinezza e della prima maturità, da pittore, da scrittore, da uomo, e ad impostare il seguito: vi scrisse fra l’altro “Cristo si è fermato a Eboli”. Non a caso Carlo Ludovico Ragghianti nel 1948 pose una pietra miliare nella storia di Levi in una mostra significativamente titolata “Levi si è fermato a Firenze” Con questa mostra, simbolicamente ma anche fisicamente, Levi torna a Firenze”.

La mostra – come suggerisce anche Letizia Perini, consigliera della Città Metropolitana delegata alla Cultura – è per molti versi un ritorno a casa, in uno dei luoghi principali deputati alla Ricostruzione dell’Italia post fascista”.
In esposizione, nella Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi, vengono presentate 34 opere e disegni, oltre a una riproduzione del celebre telero Lucania ’61. Molte delle opere sono state dipinte proprio durante il confino ad Aliano. Tra le opere una galleria di ritratti: la madre, le donne amate e gli amici.
Per la prima volta sono inoltre esposti anche due dei tre quadri, provenienti da una collezione privata, realizzati da Levi per il suo amico scrittore Giuseppe Brancale (Sant’Arcangelo, Pz, 1925 – Firenze, 1979) e il suo romanzo Echi nella valle (1973). Qui Levi si autoritrae con una donna anziana prima della partenza dalla Lucania in cui era stato al confino. Sullo stesso tema, ma con un titolo diverso, Levi avrebbe poi dipinto su tela L’addio dell’emigrante, ora ospitato nella pinacoteca di Aliano.

Negli anni Cinquanta Carlo Levi compie una serie di viaggi nell’Italia meridionale. Qui si avvicina alle lotte dei contadini-operai che sono ormai consapevoli della loro misera condizione e reclamano il riscatto sociale. Nascono in pittura le opere di denuncia sociale, di esplicito indirizzo neorealista, che mostrano i corpi delle donne deformati sotto il peso della fatica, gli occhi dei bambini scavati dalla malaria, i volti degli uomini segnati dalla malattia.
Centrale nella mostra rimane sicuramente il telero Lucania ’61. Il dipinto, oggi conservato presso il Museo Nazionale di Matera, venne commissionato all’artista da Mario Soldati per rappresentare la Basilicata nel Padiglione della mostra delle Regioni a Torino, in occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia.

L’opera riassume tutta la sua visione sulla questione meridionale. Sul telero è, infatti, rappresentato quel sentimento di “esilio”, condiviso con tanti contadini lucani, costretti a lasciare la propria casa per trasferirsi altrove.
“I temi dell’esilio, del confino e del naufragio tessono il racconto visivo di questa mostra: una ricca scelta di dipinti che non solo ricorda l’intenso legame tra Carlo Levi e la città di Firenze ma ci invita a riflettere su valori, fragilità e sfide dell’umanità tuttora profondamente attuali – spiega Valentina Zucchi, curatrice del Museo di Palazzo Medici Riccardi -. Le radici e le metamorfosi dell’identità, il senso dei legami, gli aneliti di libertà, il coraggio e la paura del vivere permeano ogni pennellata di Levi, restituendoci la grandezza e la forza di uno dei più alti protagonisti del Novecento italiano”.
Vademecum
Carlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea
Palazzo Medici Riccardi – Firenze
Via Cavour 3, 50121 – Firenze
Dal 9 febbraio al 19 marzo 2023
Orario apertura
Dal lunedì alla domenica dalle 9 alle 19.
Chiusura settimanale: mercoledì
Tel. +39 055-276 0552/ info@palazzomediciriccardi.it