FIRENZE – Prende il via il restauro dei magnifici mosaici duecenteschi che rivestono la cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze.
Si tratta di un ciclo di mosaici policromi realizzato su disegni preparatori di artisti quali Cimabue e Coppo di Marcovaldo.
I mosaici
Dominati dalla figura del Cristo giudice, i mosaici della cupola del Battistero furono fonte di ispirazione per l’Inferno nella Divina Commedia di Dante.
Verso il 1225, secondo la data iscritta nella scarsella del Battistero, i lavori presero avvio, probabilmente ricorrendo principalmente a mosaicisti venuti da fuori e a fornaci già attive altrove.
Ben presto però gli artisti fiorentini seppero conquistare la piena autonomia. Più generazioni di mosaicisti si succedettero sui ponteggi per creare una spettacolare opera musiva.
Una volta ultimata la colossale impresa dei mosaici della Cupola, si volle estenderli anche alle zone parietali, dove in origine non erano previsti.

Il cantiere di restauro
L’intervento di restauro si concluderà nel 2028. L’ultimo restauro venne eseguito, tra il 1898 e il 1907, dall’Opificio delle Pietre Dure.
Gli oltre 1.000 mq di mosaici – realizzati con 10 milioni di tessere policrome – saranno oggetto di un intervento che intende recuperare la stabilità strutturale, la loro adesione alla volta, arrestare i fenomeni di degrado, riportare alla luce lo splendore del fondo oro e i vividi colori delle tessere vitree.
Il cantiere e l’intervento di restauro sono stati commissionati e finanziati dall’Opera di Santa Maria del Fiore, in accordo con l’Arcidiocesi di Firenze, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia.
Il cantiere è un progetto dell’Opera di Santa Maria del Fiore con Tecno System Appalti e Layher Spa, mentre l’intervento è stato affidato al Centro di Conservazione Archeologica, che tra i tanti capolavori a mosaico restaurati, vanta quelli celeberrimi del Monastero di Santa Caterina sul monte Sinai.
Per poter restaurare la volta musiva del Battistero, è stato necessario progettare e realizzare un cantiere tecnologicamente innovativo, in grado di rendere accessibile l’intera superficie musiva della volta (oltre 1.000 mq), lasciando così visibili ai visitatori (1 milione e 215 mila solo nel 2022) le pareti e la scarsella, il cui restauro è terminato a luglio dell’anno scorso.
La soluzione individuata – spiega una nota – “è stata quella di realizzare un ponteggio a forma di fungo che si sviluppa su una superficie di 618 mq calpestabili nella parte alta, a fronte di una superficie occupata a terra di soli 63 mq. Il ponteggio utilizza delle travi in alluminio di ultima generazione che, passando attraverso le aperture quadrangolari, si affacciano sul piano attico del Battistero, permettendo di distribuire uniformemente i carichi sulla struttura portante del monumento”.
Intanto sono state avviate le indagini diagnostiche per verificare, non solo i distacchi, ma anche per definire il degrado delle tessere, la composizione e lo stato di salute dei diversi materiali che costituiscono l’opera.
Sulla base di tutte le informazioni acquisite, sarà poi possibile individuare le metodologie d’intervento specifiche e i materiali più opportuni e innovativi per il restauro vero e proprio.
Il pubblico, per la prima volta, avrà la possibilità di vedere da vicino i mosaici della cupola. Le visite avranno inizio dal prossimo 24 febbraio 2023, prenotandosi sul sito dell’Opera.