NAPOLI – Nell’ambito del Grande Progetto Pompei, al fine di consolidare lo stato di conservazione del sito, il Parco Archeologico di Pompei sta coinvolgendo sempre più le Università e gli studenti in progetti “di monitoraggio e schedatura”.
È il caso dell’Università di Torino, con la quale in questi giorni si à concluso il primo “cantiere pilota di monitoraggio e schedatura conservativa” presso la Domus della Caccia Antica, con gli studenti dell’Ateneo afferenti al Corso di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, al Dottorato in Scienze Archeologiche, Storiche, Storico Artistiche e al Corso Magistrale in Archeologia e Storia antica.
“Per tutelare il patrimonio – spiega il direttore generale Gabriel Zuchtriegel – bisogna fare manutenzione programmata, che a Pompei già si fa da quasi un decennio. Ma per farlo in maniera sempre più efficace bisogna sapere dove intervenire in maniera preventiva”. E per saperlo – sottolinea Zuchtriegel – in un sito con 45 ha e più di 10mila ambienti, molti con affreschi e mosaici, non si può fare a meno di piattaforme e tecnologie digitali. Vogliamo dotare Pompei di un sistema di monitoraggio che sarà strettamente legato alle attività di manutenzione programmata e agli interventi quotidiani di cura del patrimonio. Per comprendere cosa significa, immaginate che invece di navigare lungo le coste conosciute, i marinai cominciano a orientarsi grazie alle stelle e a disegnare carte nautiche, accedendo così a un tipo di conoscenza che cambia la loro visione e permette loro di spingersi, al di là del dato empirico, nel mare aperto”.

Il monitoraggio della Domus della Caccia Antica
La Domus della Caccia Antica, l’importante complesso archeologico, è già oggetto di studio e parte dei progetti di ricerca sviluppati a Pompei dall’Università di Torino e dal Centro Conservazione e Restauro (Ccr) ‘La Venaria Reale’, a partire dal 2016.
Attualmente il progetto prevede anche voli mensili di un drone che fotografa l’intero sito dall’alto.
Il coordinamento dell’attività è a cura del Parco archeologico di Pompei: Vincenzo Calvanese (responsabile Ufficio Tecnico), Alessandra Zambrano, Antonino Russo e Raffaele Martinelli.
Gli interventi di manutenzione sono coordinati da Arianna Spinosa, sulla base di una programmazione annuale che si prevede essere sempre più accurata grazie ai dati acquisiti.
Il progetto si avvale inoltre della collaborazione di un gruppo del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Salerno, coordinato da Luigi Petti.
“Oggi la qualità del dato non è più il problema – commenta ancora il direttore – considerando che abbiamo delle possibilità mai avute nella storia dell’archeologia e del restauro, dai microsensori ai satelliti. La sfida sta nel selezionare i dati significativi e nell’integrarli in un processo operativo che passa dalla conoscenza direttamente all’intervento. Si tratta di una questione sistemica per cui siamo contenti di avere al nostro fianco le università che fanno ricerca in questo ambito, altamente dinamico e interdisciplinare per definizione”- conclude Zuchtriegel.