All’Atelier de Lumières: Chagall, Paris – New York, un’esposizione digitale dedicata all’universo pittorico del più amato maestro russo del Novecento
PARIGI – “Se tutta la vita finisce inevitabilmente, dobbiamo colorarla con i nostri colori di amore e speranza”. Marc Chagall (1887- 1985 Saint Paul de Vence )
Sono i colori brillanti i veri protagonisti delle sue opere e le immagini che sembrano arrivare dal mondo dei sogni. La sua fantasia ci fa volare nei paesaggi da fiaba della sua immaginazione. Sa liberare e svelare il bambino celato in noi.

La mostra parigina
Nel percorso espositivo parigino, ci troviamo circondati dalla bellezza e dalla magia, accompagnati dalla musica classica, klezmer o jazz, che sono parte integrante del suo universo culturale.
I suoi più grandi capolavori sono proiettati e animati sui 3000m2 dell’Atelier, su quasi 10 metri di altezza avvolgendoci in un frenetica danza di immagini.
Siamo come gli invitati di un viaggio, in un andare e venire da Parigi a New York, le città che rappresentano due tappe importanti nella lunga esistenza dell’artista, senza trascurare Vitebsk ( Bielorussia) la sua piccola, natia cittadina di provincia, un luogo che rimarrà impresso nel suo cuore e che lo stesso Chagall descriverà come il “paradiso ingenuo dell’infanzia”. È anche il paese dell’amata Belle che sposerà nel 1915, la sua Musa ispiratrice e protagonista di molti dipinti.
Parigi, dove si trasferì definitivamente nel 1923, nel quartiere di Montparnasse resterà la sua residenza preferita, dove sperimenta e viene influenzato dallo slancio delle avanguardie artistiche: il cubismo, il fauvismo e il futurismo, ma mantenendo sempre la sua unicità.

“La mia arte” diceva “ha bisogno di Parigi come un albero ha bisogno di acqua“. Il difficile contesto politico del 1940, con l’introduzione di leggi antisemite in Francia, lo costrinsero a partire e a trasferirsi nel 1941 con la moglie a New York. Sarà il luogo dell’esilio, ma quello che darà un nuovo impulso alla sua creatività.
Sarà a New York che l’esperienza dello spazio e dell’architettura del Nuovo Mondo arricchirà ulteriormente questa esplorazione rivoluzionaria. Spingendosi ben oltre la pittura, si dedicherà ai costumi di scena e al balletto, alle sculture, alle ceramiche, alle vetrate, ai mosaici e ai collage…
Gli sconvolgimenti dell’Europa del Novecento hanno reso la vita di Chagall profondamente instabile, destino comune a tutto il mondo ebraico.
Ma anche il suo carattere, l’irrequietezza dell’artista hanno avuto un ruolo nei suoi continui spostamenti: la sensazione di non essere mai a casa, di non sentirsi mai completamente a proprio agio. Per il pittore l’amore è Bella Rosenfeld. Un amore etereo leggero, che ci solleva da terra come Belle nelle tele dell’artista.
La tiene per mano, per non farla fuggire come un aquilone nel vento. Un grande amore fino alla morte prematura della donna dopo 35 anni di vita insieme.
“Tutto ciò che dipingo riguarda l’amore e il nostro destino. L’amore mi aiuta a trovare il colore. Si potrebbe anche dire che trova il colore stesso e io lo metto sulla tela. È più forte di me e viene dal profondo della mia anima. È così che vedo la vita”.
L’artista di Vitebsk era un autentico poeta dei colori: dedizione che dimostra nel raffigurare gli animali in opere come ad esempio L‘asino verde.

Le nature morte e i fiori sono protagonisti in dipinti come Amanti con bouquet, mentre il circo, lo ha affascinato da bambino e adulto, con gli acrobati, i clown, le cavallerizze. Qui vede rappresentati gli aspetti comici e tragici della vita. Chagall gioca anche sul simbolismo di cui il circo è investito per meglio incarnare la sua personale visione sul futuro oscuro del suo popolo e dell’Europa, annunciato dalle prime manifestazioni antisemite.
Il pittore ha dedicato inoltre molti quadri alla Ville Lumière. Come nella gioiosa confusione di Paris par la fenêtre (1913) o nel paesaggio onirico di Les Mariés de la Tour Eiffel (1938). E poi ci sono i drammi del suo tempo che rappresenta, nelle tre parti del famoso trittico Resistenza, Liberazione, Resurrezione.
Con La caduta dell’angelo, il dipinto realizzato in tre periodi (1923-1933-1947), ci troviamo di fronte a un’imponente figura rossa che appare su uno sfondo nero e annuncia la minaccia della guerra e il dramma dell’Olocausto. Racconta la sofferenza della persecuzione, della distruzione e dell’esodo.

Scene bibliche
La Mostra ci presenta anche il gigantesco lavoro d’illustrazione della Bibbia ebraica al quale Chagall si era consacrato dal 1930 al 1956 e le immagini fiammeggianti delle decorazioni della cupola dell’Opera Garnier, quest’opera magistrale di 220 m² uno dei più grandi capolavori dell’artista.
Alla fine del viaggio di Chagall l’esperienza immersiva termina con l’universo colorato e astratto di un altro esponemte, dell’arte moderna: Paul Klee, pittore e musicista dal piglio astratto e a tratti infantile, con i suoi dipinti ipnotici e i suoi paesaggi incantati, dai colori vibranti e avvolti dalle arie del flauto magico di Mozart.
Vademecum
Chagall, Paris – New York
38, rue Saint-Maur – 11e
Du 17 février 2023 au 7 janvier 2024