FIRENZE – Alberto Giacometti e Lucio Fontana si incontrano idealmente a Firenze, per la prima volta, grazie a un doppio appuntamento ideato da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze.
Si tratta di un progetto che si traduce in una sorta di viaggio parallelo, con lo scopo di suggerire nuove strade di analisi e sondare nuove interpretazioni relativamente all’opera di questi due grandi maestri del Novecento.
Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto è il titolo della mostra, a cura di Chiara Gatti e Sergio Risaliti (2 marzo – 4 giugno 2023), ospitata al Museo di Palazzo Vecchio, nella Sala delle Udienze e nella Sala dei Gigli, dove oggi si conserva la celebre Giuditta di Donatello.
Due colonne portanti del XX secolo vengono messe a confronto in un dialogo che, più che fornire risposte, intende invece porre domande e stimolare un dibattito critico.
In concomitanza, prende il via anche la mostra Lucio Fontana. L’origine du monde, (dal 2 marzo al 13 settembre 2023), ospitata al Museo Novecento, nei due piani delle ex Leopoldine. L’esposizione presenta disegni, dipinti e sculture dal ’46 fino agli ultimi anni della sua lunga carriera.
“Questo progetto di mostra nasce da un sogno – spiega Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento e ideatore delle due mostre. Un viaggio nel tempo più remoto e nel futuro più distante. Figure umane scarnificate, ridotte all’essenza, prosciugate ma erette in piedi o in cammino su un piano corrugato come di un pianeta ancora in via di formazione. E su questo terreno piccole e grandi forme vulcaniche simili a grandi polpette, rugose, plasmate da forze originarie, nel loro viaggio infinito nel cosmo prima di atterrare come meteoriti ai piedi di quei corpi antidiluviani, ominidi sulla soglia di vita e morte, di giorno e notte. Svegliatomi ho riconosciuto in quelle figure opere a me note di Alberto Giacometti e Lucio Fontana”.

“Non si tratta del solito dialogo ideale senza basi scientifiche, come spesso accade nel mondo delle mostre. – Ha sottolineato Chiara Gatti, Direttrice del MAN di Nuoro e curatrice con Risaliti della mostra – Giacometti e Fontana si sfiorano nella storia, lavorano negli stessi anni, citano gli stessi maestri (Giotto fra tutti), percorrono le stesse rotte e, soprattutto, guardano nella stessa direzione: verso il vuoto, l’invisibile, il sacro, l’altrove fisico e mentale”.
“Siamo di fronte a un cortocircuito di storia, arte, sensazioni e percezioni – ha commentato Dario Nardella, Sindaco di Firenze – che rende davvero inedito questo progetto e cha fa di Firenze ancora una volta non solo la naturale culla dell’arte ma anche sede perfetta dei tanti rinascimenti che si manifestano continuamente dal passato ad oggi”.
“Una mostra unica e imperdibile” – l’ha definita Alessia Bettini, vicesindaca e assessora alla Cultura.


La ricerca dell’assoluto
Cercando l’assoluto Giacometti e Fontana hanno raggiunto l’essenziale, rinunciando all’imitazione e superando i limiti della rappresentazione simbolica e figurativa, con una pratica artistica che ha fatto perno sul gesto e la manipolazione, sulla concentrazione e la rinuncia alla forma definitiva.
“Mentre Lucio Fontana (1899-1968) cercava l’infinito della vita, tra mondo naturale e spazio cosmico, proiettando la mente oltre la superficie della tela – spiegano i curatori – Alberto Giacometti (1901-1966) scrutava l’essenza dell’esserci, al di là della presenza, a partire da uno “stare sulla terra” di matrice heideggeriana, ma spogliando di ogni dato superfluo l’immagine, orfana di corporeità, sensualità, gravità, ridotta a uno stelo dell’anima, un concentrato in potenza di vita e, insieme, caducità”.
La mostra fiorentina offre dunque un confronto mirato tra le opere di questi due giganti del Novecento. Ricercando il mistero dell’esistenza e del senso della vita, spingendosi fino al prima della cultura e all’irraggiungibile dell’infinito, Fontana e Giacometti rimandano a un altrove da afferrare con le mani, da ghermire nella materia, da reificare in una immagine, in un corpo, in un volto o in un gesto.
In esposizione opere provenienti da importanti istituzioni e collezioni, fra cui la Fondazione Maeght di Saint-Paul-de-Vence e il Museo del Novecento di Milano. Tra quelle più iconiche troviamo L’Homme qui marche e una Femme debout di Giacometti e i Concetti spaziali di Fontana. Da segnalare l’accostamento inedito, mai immaginato fra L’objet invisible di Giacometti e la Signorina seduta di Fontana.
L’origine du monde
Il fulcro tematico della mostra Lucio Fontana. L’origine du monde, ospitata al Museo Novecento, il cui titolo evoca il celebre quanto scandaloso dipinto di Gustave Courbet, è l’indagine sulle forze primigenie che sono all’origine del manifestarsi della vita sulla terra e nel cosmo e della stessa creazione artistica.
La mostra, che riunisce una serie di disegni e piccole sculture all’origine degli Ambienti Spaziali, dei Concetti Spaziali e delle Nature, intende proporre un’inedita riflessione sull’opera di Fontana la cui arte appare essere non tanto maschile, demiurgica, quanto allusiva alla forza generativa femminile.
La ricerca di Lucio Fontana si svolge all’insegna di una nuova esperienza e concezione non solo dello spazio, ma anche del tempo, colto in una doppia dimensione: verso il passato dei primordi, quello della nascita della Terra, e verso il futuro dell’Universo, quello della sua dimensione incalcolabile.
Una esplorazione che abbraccia e riunisce il micro e il macrocosmo, il livello più organico, primario, notturno della sessualità e quello diuturno dell’immaginazione concettuale.
La mostra si avvale del supporto e del prestito di un consistente nucleo di opere della Fondazione Lucio Fontana.
Vademecum
Museo Novecento
Tel. +39 055 286132 / info@musefirenze.it
Piazza di Santa Maria Novella, 10 – Firenze
Orario:
Lun – Mar – Mer – Ven – Sab – Dom | 11:00 – 20:00
Giovedì | chiuso
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Museo di Palazzo Vecchio
Tel. +39 055 2768224 / info@musefirenze.it
Lun – Mar – Mer – Ven – Sab | 9:00 – 19:00
Giovedì | 9:00 – 14:00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.