ROMA – La Pelanda, lo spazio dedicato alla ricerca artistica sulla performance dell’ex Mattatoio a Roma, interrompe il suo progetto sulle arti performative avviato nel 2019.
In questi anni, lo spazio si era imposto come modello “unico” di formazione, ricerca e produzione artistica, portando avanti progetti, residenze e collaborazioni con altre istituzioni, anche a livello internazionale.
L’appello degli artisti
Lo scorso 27 febbraio, numerosi artisti e operatori della cultura hanno scritto un appello/petizione, indirizzato al Comune di Roma, all’assessorato alla Cultura, all’azienda speciale Palaexpo e alla cittadinanza, sollevando in particolare il problema della “mancanza di spazi formativi” a Roma.
“La situazione è preoccupante, perché si tratterebbe di una nuova grande ferita per la Capitale destinata a perdere un altro spazio dedicato alla cultura e alla ricerca”. – Si legge in uno dei passaggi della lettera.
“Questa brusca interruzione – sottolinea l’appello – si affianca a una grave situazione di incertezza di altri spazi, come quelli del teatro di Roma e in particolare del Teatro India e lascia un vuoto che contribuisce ad alimentare la visione di Roma come di una città incapace di mettere a sistema iniziative di produzione e formazione culturale avanzata e interdisciplinare, luoghi di residenza dedicati alla ricerca artistica contemporanea”.
“Una città incapace di rispondere alle esigenze delle comunità che la abitano, comunità che nell’ambito dell’arte contemporanea sono sempre più numerose, trasversali e appassionate” – riporta ancora la petizione pubblica.

La riposta dell’assessore Miguel Gotor
Nella giornata di ieri, 14 marzo, è arrivata la risposta dell’assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor.
“Accolgo con attenzione la vostra lettera-appello che manifesta ulteriormente la vivacità del dibattito e l’utilità di un confronto tra noi.” – Scrive Gotor – “Considero, infatti, un segnale positivo che una comunità di persone (artisti, intellettuali, osservatori e partecipanti d’eccellenza alla vita culturale di Roma) si trasformi in una voce collettiva in difesa dell’attività svoltasi negli anni trascorsi nell’area dell’ex Mattatoio”.
“Sono consapevole – continua l’assessore – che il merito principale dei progetti culturali che si sono svolti presso gli spazi del Mattatoio negli ultimi anni è stato quello di coniugare un’innegabile dimensione internazionale con l’esplorazione di linguaggi sperimentali originali e innovativi. Si è trattato di un lavoro ancora più meritevole se si considera il fatto che in parte è stato condotto in un periodo di emergenza sanitaria di una gravità inedita e anche per questo desidero ringraziare in questa sede e dopo averlo fatto di persona, tra i tanti, l’ex presidente del Palaexpo Cesare Pietroiusti e Ilaria Mancia”.
“Sono certo – afferma Gotor – che i nuovi vertici del Palaexpo, nominati, come imposto dallo statuto, dopo le elezioni del 2021 abbiano ben chiaro che questo patrimonio culturale ereditato dai loro predecessori merita di essere preso in considerazione all’interno del percorso di elaborazione delle nuove linee dell’attività culturale che stanno definendo”.
“A me – sottolinea – spetta solo il compito di garantire la loro piena autonomia di lavoro e di programmazione e nella scelta di nuove figure cui affidare i progetti che stanno elaborando, a partire dalla convinzione che nessuno ha il monopolio della sperimentazione e dell’innovazione una volta e per sempre”.
“L’attuale direzione del Palaexpo – si legge ancora nella lettera – ha deciso di chiudere una parte dei progetti collegati alle arti performative come era suo diritto fare”.

“Nel vostro appello c’è scritto che non esiste una programmazione per gli spazi della Pelanda e desidero rassicurarvi in merito” – evidenzia Gotor. – “Anzitutto perché alcuni di questi progetti, da voi stessi citati nella lettera, sono stati confermati in continuità con il passato. A queste iniziative se ne aggiungeranno di nuove”.
“Si ribadisce, inoltre – aggiunge Gotor -, l’obiettivo di sviluppare una visione aperta all’attivazione di residenze e alla produzione di nuove opere, anche di giovanissimi autori nell’ambito della performance e delle arti in genere, alimentando, proprio come avete scritto nella vostra lettera, e ne sono convinto anche io, ‘una formazione continua, diffusa e inter-generazionale, che ha permesso di ampliare, progressivamente e continuativamente, il bacino di utenza degli spazi e la ricaduta positiva sulla città‘”.
“La qualità di una iniziativa, come sappiamo, non può essere misurata solo con il metro del riscontro economico e tra i principali compiti di un’amministrazione pubblica vi è quello di gettare nuovi semi affinché il terreno continui a germogliare. Anche per questa ragione credo sia opportuno da parte dell’Assessorato alla Cultura di Roma e dell’istituzione azienda speciale Palaexpo continuare a confrontarsi senza pregiudizi con i firmatari dell’appello per capire insieme quali interlocuzioni ed eventuali collaborazioni potranno essere possibili nel comune interesse della città di Roma e della sua vita culturale” – conclude Gotor.