VENEZIA – Il disegnatore e regista Italiano Bruno Bozzetto, classe 1938 ma molto più giovane dentro, ha presenziato e intrattenuto il pubblico dell’Auditorium Santa Margherita, principale punto d’incontro del Ca’ Foscari Short Film Festival, la sera del 23 marzo.
Divertenti e affascinanti i suoi filmati, che posseggono l’unicità dell’arte, e sono stati in tutta evidenza premiati dall’applauso caloroso degli spettatori. Bozzetto è autore di sette film: cinque di animazione, uno in live action e uno in tecnica mista. Di numerosi cortometraggi, molti dei quali vedono come protagonista il signor Rossi.
La lunga e pluripremiata carriera
È stato candidato ai premi Oscar nel 1991 con “Cavallette” e, in quanto tale, è membro dell’Accademy.
Al Ca’ Foscari short film festival Bozzetto ha ripercorso la sua lunga e pluripremiata carriera, parlando di se con modestia. Dopo il rapporto con la Disney e Carosello ha confidato le fonti d’ ispirazione della sua arte, il processo creativo alla base di sue opere d’animazione come Tapum! Storia delle armi, Un Oscar per il signor Rossi e il lungometraggio capolavoro West and Soda.

Il signor Rossi
Il personaggio del signor Rossi nacque nel 1960 quando, come Bozzetto ha raccontato alla platea del festival, frustrato perché la giuria del “Gran Premio Bergamo Internazionale del Film d’Arte e sull’Arte” aveva rifiutato la sua produzione, decise di controbattere con sferzante satira riproponendo la sua esperienza in “Un Oscar per il signor Rossi”.
Il Signor Rossi è l’italiano medio di allora, un paese che viveva un boom economico senza precedenti, ma allo stesso tempo evidenziava i primi inconvenienti: solitudine, mancanza di comunicazione, lavoro eccessivo, inquinamento, alienazione, nevrosi. Problemi che oggi non si sono risolti, caso mai aggravati con la crisi economia e il deprezzamento del lavoro.

Tre celebri cortometraggi
All’auditorium Santa Margherita sono stati inoltre proiettati e analizzati tre dei suoi più celebri cortometraggi: Una vita in scatola (1967), Cavallette (1990) – candidato agli Oscar – ed Europa e Italia (1999). Se “Una vita in scatola” dà in pochi minuti e con linee minime il senso della ripetitività e dell’alienazione di un’esistenza priva di soddisfazioni; “Cavallette” sintetizza le trasformazioni dell’uomo e la storia della specie umana, guerra dopo guerra. Due capolavori.
“Io non so disegnare”
Stupisce infine che, da un’artista di così alta levatura, giunga una bocciatura del suo stesso talento: “Io non so disegnare” ha affermato lapidario all’Auditorium di Santa Margherita. Un paradosso che non intacca il sentire comune, il quale lo riconosce maestro di sintesi e precisione, genio capace di raffigurare l’essenza delle cose. “Il disegno è un mezzo per raccontare storie, l’importante è che si abbia qualcosa da dire”, ha precisato.
E nei fatti Bruno Bozzetto di cose ne ha chiarite molte: sulla realtà e sui mali della specie umana.