ROMA – Prende il via la campagna di restauro dell’Altare della Patria , nel cuore del Vittoriano, diretto da Edith Gabrielli, al centro di Roma.
Il Vittoriano
Pensato all’indomani della morte di Vittorio Emanuele II, il 9 gennaio 1878, il Vittoriano doveva celebrare l’intero Risorgimento, ovvero il processo all’origine dell’unità e dell’indipendenza dell’Italia.
Il progetto dell’architetto marchigiano Giuseppe Sacconi, vincitore di un apposito concorso bandito nel 1882, fu messo in atto dal 1885. Il monumento, inaugurato ancora incompleto nel 1911, fu concluso negli anni trenta del Novecento.
L’Altare della Patria
L’Altare della Patria è la zona curvilinea posta al centro del Complesso del Vittoriano. Questa parte venne trasformata da Sacconi in un grande altare laico, dedicato alla Nazione e ai suoi valori.
La sua decorazione è opera dello scultore lombardo Angelo Zanelli (Brescia 1879-1942), risultato vincitore di concorso bandito nel 1908, che concluse il lavoro nel 1925.

Il fregio scultoreo
Al centro del fregio scultoreo che decora l’Altare della Patria è la statua de La Dea Roma, posta in un’edicola con il fondo di mosaico dorato. Ai lati si snodano due bassorilievi, entrambi concepiti come maestosi cortei: l’uno, sul lato occidentale, raffigura L’Amor patrio che pugna e vince, l’altro, sul lato orientale, Il Lavoro che edifica e feconda.
Anche se formatosi nell’alveo del classicismo, Zanelli mutò il proprio linguaggio in chiave Liberty e simbolista, consentendo di coniugare la memoria dell’antico con alcune delle più avanzate tendenze internazionali.
La Dea Roma, in particolare, mostra una spiccata sensibilità verso l’austriaco Gustav Klimt e la Secessione viennese.

Il restauro
Il restauro dell’Altare della Patria è conseguente al suo stato di conservazione e alla scarsa leggibilità delle sue decorazioni.
Le condizioni climatiche del Vittoriano, caratterizzate da umidità e temperature elevate per via dell’esposizione al sole, hanno infatti, favorito il formarsi sulla superficie lapidea di una patina scura.
Tre obiettivi
Il restauro, diretto da Edith Gabrielli ed eseguito da Susanna Sarmati, ha come primo obiettivo garantire la conservazione materiale dell’Altare della Patria, arrestando i fenomeni di degrado in atto e prevenendo i danni futuri attraverso un opportuno trattamento delle superfici.
Il secondo obiettivo consiste nel restituire la piena leggibilità all’opera di Zanelli, fin nei dettagli, consentendone una piena comprensione critica.
Il terzo e ultimo obiettivo è guadagnare una serie di conoscenze specifiche per ricostruire tecniche, metodi e fasi costruttive dell’opera.

Tre fasi del progetto di restauro
I lavori si articoleranno in tre fasi. La prima fase, dal 28 marzo all’8 luglio 2023, interesserà le porzioni laterali dell’Altare; la seconda fase, dal 9 luglio al 3 settembre 2023, la porzione centrale di destra, compresa La Dea Roma; la terza fase, dal 4 settembre al 24 ottobre 2023, la porzione centrale di sinistra. L’intervento si concluderà il 24 ottobre 2023, nel rispetto della cerimonia del 4 novembre 2023.
Il cantiere aperto al pubblico
Cittadini e turisti avranno la possibilità di osservare gli operatori dal vivo, di salire sui ponteggi in occasione di visite guidate – in programma il 23 aprile, l’11 giugno, il 27 agosto e il 27 settembre – e di verificare il procedere dell’intervento attraverso un Diario del restauro, ovvero un report video pubblicato ogni settimana sul sito del VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia: vive.cultura.gov.it/it/restauro.

La mostra
La valorizzazione dell’Altare della Patria si basa su varie tappe, coordinate e interdipendenti. L’istituto VIVE dà, infatti, inizio a una campagna di studio, di catalogazione e restauro di una parte dei gessi, ovvero bozzetti e modelli dell’Altare della Patria realizzati sia Angelo Zanelli, oggi in deposito all’ex Mattatoio di Roma.
Al termine del restauro dei gessi, il 25 ottobre 2023, l’Istituto VIVE inaugurerà una mostra, a cura di Valerio Terraroli, professore ordinario di Museologia e critica d’arte e del restauro presso l’Università degli Studi di Verona, nella Sala Zanardelli del Vittoriano, dedicata alla figura di Angelo Zanelli e in particolare alla decorazione dell’Altare della Patria.
La mostra si fonderà sui gessi recuperati, su opere in prestito e su una esperienza immersiva, basata sulle novità del restauro.