MILANO – Un’opera inedita ed originale quella realizzata dal Maestro Emilio Isgrò per la Camera di Commercio di Milano, dal titolo “Prologo alla relatività”.
L’opera è stata ideata per la storica sede di via Meravigli a Milano ed è stata ispirata da un documento conservato negli archivi dell’Ente: la lettera inviata all’allora Camera di Commercio da Hermann Einstein, padre del celebre Albert, per trasferire la propria attività commerciale a Milano.
La famiglia Einstein visse a Milano negli ultimi anni dell’Ottocento, dopo aver trasferito la propria attività commerciale da Pavia al capoluogo lombardo per “maggiore opportunità”, come riportato anche nel documento d’archivio.

Un’opera dalle dimensioni imponenti
Quella immaginata da Isgrò è un’opera dalle dimensioni importanti, 212×300 cm, in cui il testo della lettera di Hermann Einstein, reinterpretato attraverso la cancellatura, cifra stilistica dell’artista, dialoga con l’iconica silhouette del fisico.
Si tratta dunque di un duplice omaggio realizzato dal Maestro: da un lato al geniale autore della teoria della relatività e, dall’altro, alla Camera di commercio in quanto istituzione cardine dell’operosità di Milano e della Lombardia.


In merito alla genesi dell’opera, Isgrò ha spiegato: “Scoprire quella lettera non mi fu facile quando andai a rovistare tra le carte del palazzo di via Meravigli per trovare qualcosa da offrire all’attenzione di chi ha fretta o ha perduto la memoria di un passato rispettabile a tutti i livelli: culturale non meno che imprenditoriale e civico. […] il mio occhio cadde sulla lettera di Hermann, e capii che quello era il documento da cancellare per riattizzare lo spirito d’impresa che rende insostituibile Milano tra le città del mondo e d’Europa. Niente Madonnina, niente Duomo per una volta. Giacché il misterioso mittente era semplicemente il padre d’un ragazzino di nome Albert (Albert Einstein per esteso) campione di tutte le cancellazioni ancora possibili”.


L’opera è stata realizzata con il supporto tecnico di TheFabLab impiegando le più moderne tecnologie di lavorazione digitale su pannelli di fibrocemento fresati, completata poi con interventi manuali in corrispondenza delle cancellature.
L’elaborazione artistica di una delle più importanti testimonianze conservata negli Archivi camerali diventa, dunque, nuovo racconto che permette all’Ente di rinsaldare il proprio legame con la città e con il suo tessuto produttivo.