ROMA – Le sale ottocentesche di Palazzo Cipolla, nel cuore di Roma, in Via del Corso a pochi metri da Piazza Venezia e Colosseo, ospitano dal 5 aprile al 23 luglio 2023, la mostra Ipotesi Metaverso, a cura di Gabriele Simongini e Serena Tabacchi.
L’esposizione, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, realizzata da Poema SpA, propone un inedito confronto tra grandi maestri del passato, a partire dal Barocco, e alcuni artisti nativi digitali contemporanei.

Dalla storica mostra di Bansky a Quayola, passando per London Calling per arrivare fino a Ipotesi Metaverso, il palazzo ottocentesco per volontà del Presidente Emanuele che vi ha realizzato ben 59 mostre in poco più di vent’anni, si è sempre configurato come avamposto contemporaneo della capitale, intercettando nuove tendenze e nuovi linguaggi, promuovendo l’arte contemporanea in ogni sua coniugazione e sfumatura.
Opere di artisti storici, tra cui Andrea Pozzo, Giovanni Battista Piranesi, Maurits Cornelis Escher, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Giulio Paolini, saranno poste in dialogo con quelle di metapoeti, musicisti che sperimentano con algoritmi generativi, avatar nati e cresciuti nel Metaverso, figure chiave della nuova corrente artistica multimediale e multisensoriale.


«La tecnologia digitale, portando il futuro nel presente, sta cambiando il modo di vedere la realtà, intervenendo in modo incisivo nel nostro vivere quotidiano. Anche l’arte si è uniformata a questa coesistenza tra passato, presente e futuro, e una delle ultime mostre da me realizzate a Palazzo Cipolla in ordine di tempo, quella di Quayola, ne è la dimostrazione.» – afferma il Prof. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro.

La nuova mostra Ipotesi Metaverso – aggiunge il Prof. Emanuele – «permette di coniugare, attraverso il dialogo tra 32 artisti storici e contemporanei provenienti da tutto il mondo, la tradizione, che rimane un punto di riferimento imprescindibile, con il nuovo che avanza, con il mondo digitale, mediante l’apporto delle nuove tecnologie, le quali costituiscono una rivoluzione anche nella maniera di manifestare il sentimento che è da sempre alla base di ogni opera d’arte, in qualsiasi epoca.».


Andrea Pozzo, bozzetto per la finta cupola della Chiesa di S.Ignazio, 1685 circa, olio su tela, cm.100×95. Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini, Roma.
Esperienze multisensoriali e multimediali
Ogni opera digitale è pensata come un progetto site-specific, legato allo spazio del Palazzo e in armonia con il resto del percorso espositivo.
“Un’immersione nella mente di creatori di mondi dal barocco a oggi, tra Europa, Asia, Stati Uniti, Sud America, Medio Oriente – si legge in una nota – trasformerà ogni spazio del palazzo di Via del Corso in un viaggio fisico e mentale”.
Lo spettatore verrà coinvolto all’interno di mondi e visioni attraverso la pittura, la scultura, l’arte digitale, la danza, la poesia, la musica, fino all’intelligenza artificiale.

Un rapporto spiazzante, fra “fisico” e “digitale”
«Al fine di sottolineare che l’ipotetico Metaverso, nuova dimensione ipertecnologica, si debba aggiungere alla vita reale senza sostituirla, quadri e sculture di artisti che hanno creato “mondi” alternativi – spiegano i curatori – coesistono con opere immersive, per proporre al visitatore, spesso chiamato in causa come “attore” della mostra, un rapporto equilibrato, anche se talvolta spiazzante, fra “fisico” e “digitale”».


Ciò che viene proposto è «una sorta di “laboratorio per il futuro”, tra contemplazione ed immersione, percezione quasi simultanea del materiale e dell’immateriale, fra stabilità e fluttuazione.»
Ipotesi Metaverso intende dunque offrire visioni di mondi possibili creati dal genio di artisti nazionali e internazionali, in dialogo con opere del passato di pittori che hanno immaginato altre “realtà”, a partire dal Barocco.

Esperienza digitale/immersiva ed esperienza fisica, “materiale”, daranno vita a una sorta di cortocircuito, stimolando il visitatore a interrogarsi sulle modalità percettive di oggi e del futuro.
Il percorso di visita
Partendo da una fra le più celebri e visionarie “Carceri d’Invenzione” di Giambattista Piranesi si entra subito dopo dentro le sue architetture illusionistiche e disorientanti grazie al film d’animazione 3D di Grégoire Dupond e Teho Teardo.
Nella grande sala laterale, il moto pendolare fra fisico e digitale si concretizza nell’altalena immersiva di Fabio Giampietro e Paolo Di Giacomo, mentre al centro Maurits Cornelis Escher, l’artista che ha più ispirato gli “architetti” del Metaverso, dialoga con Andrea Pozzo, di cui è esposto il bozzetto per la finta cupola della Chiesa di S.Ignazio.

Si prosegue con un confronto inedito fra un’opera d’arte nativa digitale di Krista Kim ed un capolavoro di Victor Vasarely, fra vertigini ottiche ed utopie zen per un mondo più vivibile.
Una nuova esperienza “fisica” ci fa confrontare con la capacità profetica del futurismo: “Forme uniche della continuità nello spazio” (1913) di Boccioni e il quadro “Donna e ambiente” (1922) di De Pistoris, in cui abbiamo l’uomo e la donna del futuro, due “cyborg” aerodinamici che avanzano fondendosi con lo spazio.

La smaterializzazione torna nella sala successiva con la performance audiovisiva di Alex Braga che crea un’esperienza di moltiplicazione sensoriale fondata sulla musica.
Un altro dialogo fra fisico e digitale è quello tra Giacomo Balla, capace di realizzare una sorprendente ibridazione fra razionalismo ed esoterismo, e Robert Alice il quale crea una rappresentazione in grafica vettoriale per rappresentare l’architettura tecnologica del nuovo internet, il web3.
Subito dopo ci si confronta con un tempo circolare, un “eterno ritorno” di cui sono protagonisti Giorgio de Chirico e Giulio Paolini.
L’idea di Tecnonatura apre la strada a un rinnovato dialogo fra esseri umani e natura tramite la tecnologia, trova espressione nel lavoro di Primavera De Filippi, con il suo “Plantoid” che si nutre di criptovalute, mentre possiamo pensare di tramutarci in divinità ibride grazie alla fantasia e ai modelli 3D di Pinar Yoldas: le sculpture phygital dell’artista turca.

Ugo Nespolo, degno erede del futurismo, individua nel videogame una componente fondamentale dell’immaginario contemporaneo e dello stesso Metaverso. I
Infine, atterriamo in un mondo fluido e in continuo divenire, realizzato da Refik Anadol, in cui una serie di algoritmi programmati su un dataset selezionato dall’artista ci fa entrare finalmente in quello che chiamiamo metaverso, trasformando la nostra conoscenza del reale in qualcosa di mai visto prima.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da DRAGO.
Vademecum
Ipotesi Metaverso
dal 5 aprile al 23 luglio 2023
Orari di apertura: ore10 – 20 dal martedì alla domenica. Lunedì chiusura. Ultimo ingresso in mostra ore 19:00
Aperture straordinarie:
Pasqua 09 aprile: dalle ore 15 alle 20
Pasquetta 10 Aprile: dalle ore 10 alle 20
25 aprile: dalle ore 10 alle 20
1 maggio: dalle ore 10 alle 20
2 giugno: dalle ore 10 alle 20
29 giugno: dalle ore 10 alle 20
Luogo: Palazzo Cipolla, Via del Corso n° 320, Roma
Costo del biglietto: 13 euro intero, 10 euro ridotto
Info: www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it
Prevendite: ticketone.it e ticket.it