ROMA – La Colonna Traiana e Colonna di Marco Aurelio sono da proteggere con teche. Ad affermarlo è l’Associazione Italia Nostra, a seguito della presentazione del volume Lectures on Trajan’s Column de l’Erma di Breishneider sulla Colonna di Traiano, a cura di Cinzia Conti.
Il parere degli esperti
Il libro, presentato il 20 aprile presso la sede di Italia Nostra, offre l’opportunità di conoscere gli esiti delle indagini e dei restauri avvenuti in circa trenta anni di attività.

Composto da molti interventi sullo stato dell’arte e sulle sculture, il libro avanza l’opportunità, suffragata dal prof. Andrea Bruno del politecnico di Torino, di pensare a strutturare protezioni funzionali anche alla visita ravvicinata della superficie: così come fu possibile fare per i visitatori dei cantieri conclusi a metà degli anni Novanta.
Il destino della Colonna Traiana e della Colonna di Marco Aurelio appaiono infatti segnati da una probabile sostanziosa dispersione del bassorilievo. Le alterazioni ed i processi decoesivi delle superfici, non arrestabili da strumenti di restauro conservativo e dai cicli delle manutenzioni, sono in costante attività.
Questa – ricorda in una nota Italia Nostra – “é l’opinione di tutti gli studiosi e i ricercatori, anche in funzione di un accesso alla fruizione più completa da parte dei visitatori. Il confronto tra i calchi conservati a Villa Medici e lo stato attuale ha rivelato puntualmente la perdita di 0,44millimetri e rispetto all’originale di 1,44 millimetri, dati noti dalla ricerca condotta dall’Istituto Centrale del Restauro condotti da Giovanni Urbani. Condizione dovuta agli agenti atmosferici (pioggia e vento) e non solo all’inquinamento”.
L’appello di Italia Nostra
In occasione del Natale di Roma 2023, Italia Nostra Roma avanza dunque l’ipotesi “di proteggere le due colonne con delle teche appositamente ideate con un concorso internazionale per sollecitare le migliori soluzioni e tecniche oggi disponibili, che risolvano le criticità già sollevare a suo tempo, quando si è iniziato a rilevare il degrado delle due colonne”.
“La soluzione – conclude la nota – ancorché necessaria, ci metterà nella straordinaria possibilità di fruire del bassorilievo come, in 1.893 anni di storia della cultura, pochi hanno avuto modo di godere”.