ROMA – Un team di ricercatori del Centro polacco di archeologia mediterranea ha scoperto alcuni dipinti medievali sulle pareti di un complesso nell’antica Dongola, una città del Sudan che un tempo era la capitale della Makuria medievale.
Scene figurative uniche nella storia dell’arte cristiana
Gli archeologi stavano esplorando alcune case risalenti all’ultimo periodo Funj, dal XVI al XIX secolo, quando si sono imbattuti in un’apertura su una piccola stanza dipinta con raffigurazioni della Madre di Dio, di Cristo, di un sovrano nubiano e dell’arcangelo Michele.

Le iscrizioni che accompagnano i dipinti, secondo una lettura preliminare, includono suppliche per la protezione di Dio.
Come riferisce Artnet News: “Le ricerche preliminari suggeriscono che i dipinti furono creati in un periodo di estrema difficoltà per Dongola, che era un’importante città commerciale sul Nilo, fiorita per centinaia di anni grazie alle relazioni pacifiche tra i musulmani d’Egitto e i cristiani della Nubia. I dipinti mostrano un sovrano nubiano, che si ritiene essere il re Davide, protetto dall’arcangelo Michele e sono accompagnati da iscrizioni che invitano Dio a proteggere la città, scene figurative che gli archeologi considerano ‘uniche nella storia dell’arte cristiana’”.

Le stanze sopra il livello del suolo medievale
Le stanze scoperte sono coperte da volte e cupole costruite con mattoni secchi e si trovano a più di 6 metri sopra il livello del suolo medievale, un fatto che ha sorpreso gli archeologi. Il complesso è adiacente alla Grande Chiesa di Gesù, che era la più importante del regno di Makuria.
“Credo che queste strutture siano state costruite proprio in questo luogo per la presenza della Grande Chiesa di Gesù, che secondo le fonti scritte era la più grande e più importante della Nubia” – ha dichiarato ad Artnet News Artur Obłuski, direttore degli scavi. – “Abbiamo finanziamenti per tre nuovi progetti e uno è incentrato sullo scavo della Grande Chiesa di Gesù”.
Le pitture murali scoperte sono state attualmente messe in sicurezza e protette, in attesa di tornare a scavare in autunno, quando le temperature in Sudan saranno più fresche.
Gli archeologi polacchi hanno iniziato gli scavi nella città di Dongola negli anni Sessanta e l’ultimo lavoro è stato finanziato dal Consiglio europeo della ricerca.