GERUSALEMME – In occasione del primo anniversario dell’inizio dei lavori di scavo presso il Santo Sepolcro a Gerusalemme, affidati al Dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Università Sapienza, la Rettrice dell’Ateneo romano Antonella Polimeni ha visitato la missione archeologica.
La delegazione, composta anche dal Prorettore vicario Giuseppe Ciccarone, e dal Direttore del Dipartimento di Scienze dell’antichità Giorgio Piras, ha incontrato i ricercatori e gli studenti che partecipano alla missione, nonché il Custode di Terra Santa, Padre Francesco Patton (OFM).


La missione al Santo Sepolcro
Le attività del team Sapienza, relative al restauro della pavimentazione della Basilica, sono condotte sotto la guida della docente Francesca Romana Stasolla.
La missione, nel 2019, ha avuto l’incarico di svolgere per la prima volta un’indagine sistematica di uno dei luoghi più sacri della Cristianità, dall’altissimo valore storico e simbolico ed una stratificazione archeologica intensissima, che raccorda Oriente ed Occidente.

Lo scorso 11 gennaio, presso il cantiere archeologico, sono stati presentati i primi risultati delle indagini, che hanno portato alla luce la prima opera di monumentalizzazione della tomba identificata con quella di Cristo, risalente ai primi decenni del IV secolo d.C., nell’area dove le fonti scritte ricordano la presenza di una struttura templare.
L’intervento è condotto in collaborazione con la Venaria Reale di Torino, che si occupa del restauro delle pietre pavimentali.
Si tratta di un esempio di collaborazione multidisciplinare che utilizza le più moderne tecnologie per arrivare alla ricostruzione più esatta e completa possibile dell’edificio e della sua storia millenaria.

“Visitare la Basilica del Santo Sepolcro – racconta la Rettrice Antonella Polimeni – è stata un’esperienza intensa, per la sacralità del luogo e la storia che racchiude, ma anche per la contagiosa dedizione e passione messa in campo dalle ricercatrici e dai ricercatori Sapienza che sono impegnati in un’attività densa di significato dal forte valore scientifico e simbolico, a cui lavorano ininterrottamente di giorno e di notte, con il supporto del resto dell’équipe che si trova a Roma che cura l’elaborazione dei materiali prodotti.
L’affidamento dell’incarico al Dipartimento di Scienze dell’antichità del nostro Ateneo da parte della Custodia di Terra Santa – prosegue Polimeni – rappresenta il riconoscimento dell’alto profilo della nostra comunità accademico-scientifica.”