ROMA – Il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, il 31 maggio 2023, ha restituito a Villa Albani Torlonia la testa femminile della scultura dell’Idrofora, sottratta dal parco della Villa il 20 novembre 1978, insieme ad altre quattro opere.
Le indagini e il ritrovamento
Nel febbraio 2015, il Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale era stato informato dalla Fondazione Torlonia, del fatto che uno studioso tedesco aveva riconosciuto in una pubblicazione d’arte, una testa in marmo che sembrava corrispondere a quella asportata dalla statua nel parco di Villa Albani Torlonia.
Le indagini condotte dai Carabinieri dell’Arte, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, hanno permesso di accertare che l’immagine raffigurava una testa ed era parte di una collezione privata di Zurigo (Svizzera).



Le ulteriori indagini del Tpc, condotte con la magistratura svizzera, hanno permesso di dimostrare che l’opera era stata ereditata in buona fede dalla moglie del collezionista, nel frattempo deceduto.
A seguito di un expertise della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma del Ministero della Cultura, che ha accertato la corrispondenza, l’opera è stata restituita, rimpatriata e riconsegnata alla Fondazione Torlonia. La testa è quindi tornata a Villa Albani Torlonia.
«È con soddisfazione e riconoscenza che la Fondazione Torlonia saluta questo importante ritrovamento, da parte del Reparto Operativo- Sezione Archeologia del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. – Ha affermato Alessandro Poma Murialdo, Presidente Fondazione Torlonia – La conservazione del patrimonio è infatti il fondamento che orienta tutta la nostra attività. Il ritorno della testa dell’Idrofora acquisisce dunque un valore simbolico rispetto a questo impegno, che trova riscontro anche nei restauri che presentiamo oggi».

La Fondazione Torlonia
Nata per volere del Principe Alessandro Torlonia, la Fondazione porta avanti una scrupolosa attività di tutela, restauro e promozione.
L’attività ha portato, non solo all’apertura dei Laboratori Torlonia per lo studio e il restauro degli oltre 600 marmi della collezione, ma anche allo sviluppo di un innovativo programma di conservazione della Villa, attraverso la collaborazione con Università e importanti istituzioni.
I restauri
Tra le opere restaurate dalla Fondazione, grazie a un gruppo di restauratori e tecnici di fiducia, sotto l’alta sorveglianza del Ministero della Cultura, troviamo: l’affresco Il Parnaso di Anton Raphael Mengs, nel salone principale della Villa, considerato il manifesto pittorico del Neoclassicismo, gli affreschi della Sala degli Arazzi e quello, durato tre anni, delle oltre 100 sculture del Kaffeehaus.

Di recente il il team della Dott.ssa Annamaria Carruba ha restaurato il complesso scultoreo della Fontana di Nettuno, realizzato grazie al contributo dei Cavalieri del Lavoro.
È stata inoltre condotta una estensiva campagna di indagini scientifiche su opere quali l’Anfitrite el’Atleta di Stephanos, allievo di Prassitele sul quale sono state ritrovate importanti tracce di colore.
Grazie al contributo della maison Gucci e al lavoro dell’impresa Fratelli Navarra, è stato concluso anche anche il restauro del Tempio diruto, una finta rovina realizzata assemblando frammenti antichi, un tipico divertissement che diventerà un modello per le altre grandi ville romane di epoca neoclassica.
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