SPOLETO – Un flusso di vitalità e di energia positiva trapela dalle parole e dai racconti di Maria Teresa Venturini Fendi, Presidente della Fondazione Carla Fendi, di cui ha assunto la guida nel 2017, dopo la scomparsa di sua zia Carla che ne è stata la fondatrice nel 2007.
Gentile, pacata, curiosa, ma soprattutto appassionata, Maria Teresa Venturini Fendi ripercorre in questa intervista i 15 anni di sodalizio tra la Fondazione e il Festival dei Due Mondi di Spoleto, spiegando la visione tracciata da sua zia Carla.
Oggi la missione e le linee programmatiche della Fondazione sono state ampliate da una ricerca che spazia tra arte, scienza e tecnologia, con la dovuta attenzione verso il passato, ma con uno sguardo sempre rivolto al futuro, addentrandosi nei linguaggi più attuali e contemporanei.
Proprio Venturini Fendi ha, infatti, voluto introdurre una serie di novità, abbracciando l’Intelligenza Artificiale, la realtà aumentata, gli algoritmi, i processi computazionali, l’ingegneria robotica, aprendosi dunque a punti di vista innovativi e inesplorati. Il binomio cultura umanistica e cultura scientifica si è man mano rafforzato sotto la sua direzione.
Da sempre main partner del Festival dei Due mondi di Spoleto, in occasione di questa 66esima edizione, la Fondazione Carla Fendi ha presentato il progetto interdisciplinare “Tutto è numero”.
Inaugurato sabato 24 giugno, il progetto vedrà la sua conclusione domenica 9 luglio 2023 con la cerimonia del Premio Carla Fendi S.T.E.M. A parlarcene è Maria Teresa Venturini Fendi.

Il sodalizio tra la Fondazione Carla Fendi e il Festival dei Due mondi compie 15 anni. Come e perché nasce la Fondazione a Spoleto?
Mia zia Carla ha creato l’omonima istituzione nel 2007, dopo aver abbandonato il mondo della moda. La Fondazione nasce con uno spirito di puro mecenatismo, quindi per promuovere le arti, utilizzando esclusivamente finanze proprie e, soprattutto, senza lo scopo di pubblicizzare, né direttamente né indirettamente, alcuna attività commerciale.
Nel 2008 la Fondazione decide di supportare il Festival dei Due Mondi di Spoleto che, dopo la scomparsa di Giancarlo Menotti, a cui mia zia era legata da una profonda amicizia e stima, stava vivendo momenti bui. La Fondazione Carla Fendi inizia quindi a collaborare con il Festival sotto la direzione artistica di Giorgio Ferrara, che voleva riportarlo in auge e farlo rinascere.
Carla, donna molto energica, determinata, passionale, amante del dettaglio, perfezionista, intraprende questa esperienza e commissiona a diversi artisti, quelli a lei più congeniali e che sentiva più vicini, progetti speciali che rientrano nel calendario del Festival.

Si occupa, inoltre, del restauro del seicentesco Teatro Caio Melisso, che acquisisce il nome di Spazio Carla Fendi. Il restauro, durato circa 5 anni, riporta allo splendore tutti i fregi, i decori, le sedute, nei minimi particolari. Vengono ricostruite tutte le scene. Questi interventi riservano poi anche una sorpresa, ovvero la scoperta di un meraviglioso sipario originale dell’800, realizzato da Domenico Bruschi.
Sono state recuperate anche le quinte di un’altra scena originale molto importante, realizzata sempre dallo stesso Bruschi. Infine, sono stati rifatti gli impianti elettrici e di sicurezza.
I restauri sono stati realizzati da bravissimi artigiani locali. Carla, infatti, amante di Spoleto, decide di compiere questa operazione esclusivamente con il supporto di maestranze del territorio.

Quali sono state le prime committenze artistiche della Fondazione?
Mia zia inizia invitando per la prima volta a Spoleto Riccardo Muti, che dedica un concerto alla città proprio nel Teatro. Sempre per la prima volta, arrivano artisti come Antonio Pappano e poi ancora Peter Greenway che, con Sandro Chia, realizza il progetto Genesi e Apocalisse.
Seguono concerti, spettacoli di danza, che vedono la complicità di un altro amico fraterno di Carla, Piero Tosi, Premio Oscar per i costumi dell’opera “Il Matrimonio Segreto” di Domenico Cimarosa. Questi furono gli ultimi costumi fatti da Tosi, che si era ritirato dal mondo del lavoro. Solo la determinazione di Carla poteva riuscire a farlo tornare a disegnare. I suoi costumi vennero poi realizzati dalla storica Sartoria Tirelli Trappetti.

Prima di assumere la guida della Fondazione lei ha affiancato sua zia?
Lei mi rendeva partecipe di tutto. Stavamo molto insieme, parlavamo tanto. Ho quindi vissuto da vicino molte cose, compresi i restauri. Lei, come dicevo, era una donna determinata, le piacevano tantissime cose e le sapeva fare molto bene. Quando è venuta a mancare e ho preso la responsabilità della Fondazione, per sua volontà, ho continuato sicuramente a ispirarmi a lei, al suo dinamismo. Poi però ho voluto apportare alcune novità, introducendo il linguaggio della scienza e della tecnologia, che oggi ci coinvolge e ci tocca da vicino.
Il discorso della creatività come si lega al numero, alla scienza, alla tecnologia?
La scienza ha una grande porzione di intuizione e di creatività. Credo che gli scienziati, nel momento in cui arrivano a fare una scoperta, hanno quell’attimo dell’”Eureka”, quel guizzo finale che, dopo tanto studio, magari proprio mentre sono impegnati a fare tutt’altro, porta a una intuizione, la stessa di quando nasce un capolavoro d’arte.
Qualche anno fa, ad esempio, abbiamo realizzato un’installazione nell’ex Battistero della Manna D’Oro, luogo meraviglioso in Piazza del Duomo, sull’Origine dell’Universo, partendo dal Big Bang. Era un video immersivo le cui immagini sono state avallate dall’Istituto di Fisica Nucleare (IFN).
Oggi, quindi, l’arte si avvale sempre di più di tutte le tecnologie, dall’Intelligenza Artificiale alla realtà aumentata, gli artisti danno vita a creazioni molto interessanti, alcune sembrano pitture astratte, con colori primari meravigliosi. La tecnologia è entrata a far parte della nostra vita per cui è stato abbastanza naturale che la Fondazione si aprisse a questo linguaggio.
“Tutto è numero” è il progetto presentato quest’anno, realizzato con Gabriele Gianni, una collaborazione peraltro ormai consolidata negli anni…
Gabriele Gianni ha realizzato un’installazione e lo ha fatto in maniera egregia, occupandosi di tutta la regia. Protagonista è l’Intelligenza Artificiale.
“Tutto è numero” esplora il ruolo dell’algoritmo nel profondo legame tra pensiero creativo, musica e matematica. I concetti espressi sono quelli scaturiti da una mente artificiale, ma raggiungono anche delle vette filosofiche. Il regista, in pratica, fa delle domande e l’Intelligenza Artificiale risponde. La domanda è quindi veicolata, la risposta no. È una nuova forma di scrittura.
Le nicchie dello spazio rinascimentale del Battistero, dove in passato erano collocate delle statue, sono state nuovamente adornate con statue realizzate dall’Intelligenza Artificiale. In questo modo è possibile anche comprendere il processo di “ricostruzione” , partendo dalla pietra grezza fino ad arrivare al prodotto finito. Diciamo che quello che a me preme evidenziare con questi progetti è il momento di cambiamento che stiamo vivendo.


Lei ha definito l’Intelligenza Artificiale “esaltante” e “inquietante” al tempo stesso. Quali sono a suo avviso gli aspetti positivi da cogliere e quelli invece più “temibili”?
Tutto dipende sempre dall’essere umano. L’Intelligenza Artificiale viene alimentata dalla nostra memoria e può arrivare a vette altissime. È una disciplina che consente di interagire con tutto, con la letteratura, il teatro, la musica. Ma è condizionato dall’uso che se ne fa e, soprattutto, da chi viene utilizzata. Ha sicuramente bisogno di regolamentazioni.
Stiamo vivendo un grande cambiamento epocale, molto diverso da quello che abbiamo vissuto fino ad ora. Quello dell’Intelligenza Artificiale è un fenomeno inarrestabile e affascinante. È quindi interessante registrarlo e dibatterne. Io sono da sempre interessata alla contemporaneità. Sono molto curiosa, forse proprio perché provengo dalla moda, che in qualche maniera è un mondo abituato ad anticipare i tempi.

In teoria tutto è temibile, ma bisogna comprendere i cambiamenti . Alcuni lavori, ad esempio, scompariranno, penso invece che quelli artigianali rimarranno perché, per contrasto, il mondo ne avrà comunque bisogno. D’altra parte, tutte le grandi scoperte hanno sempre avuto un importante riflesso sulla società.
Per parlare di questi temi ospiteremo al Teatro Melisso Carla Fendi alcuni scienziati. Il 9 luglio, la presidente dell’Associazione mondiale sulla ricerca in AI, Francesca Rossi, farà un intervento proprio sull’etica dell’Intelligenza Artificiale.
Come avrebbe vissuto sua zia Carla questa rivoluzione tecnologica, ne sarebbe stata entusiasta, incuriosita come lo è lei?
Si assolutamente. Noi parlavamo tanto, e non solo di lavoro, soprattutto di quello che accadeva. Le raccontavo di queste novità, anche gli ultimi tempi quando non stava bene. Lei era interessata a questo nuovo mondo, ai giovani. Sono certa che le sarebbe piaciuto infinitamente. Era molto curiosa, una vera precorritrice, un’anticipatrice dei tempi.

Lei si sente una visionaria?
Mi sento un po’ come mia zia, una precorritrice. Cerco di osservare, di appassionarmi e “accendermi” per qualcosa. Pur avendo una cultura umanistica, come dicevo, anche per Fendi mi sono occupata di tanti progetti culturali, amo fare cose che non conosco. Mi piace immergermi nelle novità e imparare. Sarebbe forse più facile non farlo, ma mi annoierebbe molto. Quello che stiamo vivendo è un nuovo mondo, che cambierà ancora incredibilmente, non dobbiamo averne paura. Bisogna solo cercare di fare in modo che non ci sfugga di mano. Ma questo vale un po’ per tutto, per qualsiasi nuova scoperta.
Quest’anno il Premio Carla Fendi S.T.E.M, giunge alla sua tredicesima edizione. Come è cambiato negli anni e come avviene la selezione dei premiati?

Per il Premio Carla Fendi S.T.E.M (acronimo scientifico di Science, Technology, Engeneering, Mathematics) ci avvaliamo anche di consulenti nel campo scientifico. Incontriamo molte persone e cerchiamo di identificare le figure che ci interessano.
Oltre ai Premi Nobel, cerchiamo persone giovani e poi donne. Ce sono tante giovanissime che si stanno avvicinando a questo mondo, prima forse un po’ ostico. Noi ne abbiamo premiate molte. Gli scienziati oggi sono le nuove star e lo saranno sempre di più nel futuro.
Quest’anno il premio viene conferito a un giovane di Spoleto. Una bella scoperta, una perfetta liaison con il territorio. Si tratta di un astronauta che è stato selezionato tra 22.500 candidati in tutto il mondo dall’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, per far parte dell’equipaggio riservista. Lui ha studiato in America, ma la sua famiglia è di Spoleto, dove risiede. Una congiuntura molto bizzarra e divertente.
Un’ultima domanda. Abbiamo parlato di mecenatismo, della sua visione anticipatrice e futuristica, del suo interesse verso la contemporaneità. Rispetto all’arte, ai movimenti artistici c’è qualcosa che l’affascina e la interessa particolarmente?
A me piace molto l’arte moderna degli anni ’50 e ’60, sia italiana che americana, diciamo l’arte concettuale, minimale. Trovo che sia alla base della contemporaneità che stiamo vivendo. Non mi piace l’arte decorativa e provocatoria, mi infastidisce. Credo sia un po’ come un titolo in borsa, arriva a prezzi altissimi e non se ne capisce il motivo.
Mi piace molto anche William Kentridge, ma ci sono anche altri contemporanei interessanti, per esempio in Africa. Certo l’arte degli anni ’50 e ’60 è assolutamente inarrivabile. Artisti originali e visionari come Fontana, Burri, Manzoni, Castellani sono stati sorprendentemente moderni e precursori.
Gli appuntamenti
AL TEATRO CAIO MELISSO SPAZIO CARLA FENDI
domenica 9 luglio 2023 ore 17.00
TUTTO È NUMERO
INCONTRI
Dalla Matematica, alla Musica, all’Intelligenza Artificiale
Coordinati dalla regia di Quirino Conti sul palcoscenico si alterneranno: il matematico Paolo Zellini e la presidente dell’associazione mondiale sulla ricerca in AI Francesca Rossi che interverranno sulla matematica come fonte di creatività e sull’etica dell’Intelligenza Artificiale. Lo storico della musica Sandro Cappelletto introdurrà la derivazione musicale affidandola alla performance di un valente pianista.
PREMIO CARLA FENDI 2023 [Science Tecnology Engineering Matemathics]
Domenica 9 luglio, sul palcoscenico del CONCERTO FINALE dello Spoleto Festival dei Due Mondi il PREMIO CARLA FENDI S.T.E.M. 2023 verrà conferito all’astronauta ANDREA PATASSA. Il riconoscimento verrà consegnato dal Maestro Antonio Pappano alla presenza della direttrice artistica del Festival Dei Due Mondi Monique Veaute e di Maria Teresa Venturini Fendi Presidente della Fondazione Carla Fendi.