ROMA – Il progetto vincitore del bando internazionale di progettazione per il Museo della Scienza di Roma è Science Forest di Adat Studio, realtà romana con esperienza internazionale.
Il Museo verrà realizzato negli spazi delle ex Caserme di via Guido Reni, al quartiere Flaminio, andando a completare un sistema urbano di altissimo valore nel quale sono già presenti, tra gli altri, il Ponte della Musica, l’Auditorium e il MAXXI con il suo progetto di espansione.
La proclamazione è avvenuta questa mattina alla presenza del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, dell’Assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, dell’Assessore alla Cultura Miguel Gotor, del Presidente del Municipio Roma II, Francesca del Bello il primo classificato.
Contestualmente sono stati svelati i plastici e i rendering del progetto.
La realizzazione del Museo della Scienza è parte del progetto complessivo di riqualificazione dell’ex caserma curato da CDP Real Asset SGR e rappresenta uno dei principali interventi di rigenerazione urbana avviati a Roma.

Il concorso indetto per il Museo della Scienza
Il concorso è stato indetto nel novembre scorso dall’Assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale. I progetti finalisti sono stai selezionati tra 70 proposte ideative. Il vincitore è stato scelto tra 5 progetti di fattibilità tecnica ed economica.
L’investimento messo in campo per la realizzazione dell’opera ammonta a circa 75 milioni di euro. Se tutte le tempistiche saranno rispettate i lavori potranno iniziare entro il 2025.
Il progetto vincitore
Il progetto vincitore concepisce l’edificio come un frame importante ma non definitivo della storia di questo luogo, considerandolo un’estensione della città esistente e di quella futura, che riprende gli aspetti strategici del Progetto Urbano Flaminio, del Piano Integrato di Intervento e delle nuove operazioni del MAXXI – Green MAXXI e MAXXI hub.
Il progetto integra il paesaggio interno con l’esterno proponendo un parco pubblico all’interno delle sue mura.
La soluzione progettuale individuata per il Museo della Scienza dà priorità a due aspetti chiave: minimizzare l’impatto ambientale e assicurare la flessibilità dell’edificio.
Gli spazi espositivi sono caratterizzati da configurazioni e caratteristiche molto diverse tra loro per consentire la massima libertà museografica e allestitiva.
L’edificio è coronato da una teca semi-trasparente aperta per consentire la ventilazione incrociata e l’effetto camino; la copertura, così come il fronte sud della facciata è completamente rivestita da celle fotovoltaiche che garantiscono all’edificio una rilevante produzione di energia elettrica.

Le motivazioni della Giuria
La Giuria, composta da: Arch. Daniel Libeskind (Presidente), Arch. Fokke Moerel – studio MVRDV – Rotterdam, Olanda, Arch. Benedetta Tagliabue – studio EMBT – Italia-Spagna,Arch. Alessandro d’Onofrio – Roma, Ing. Ernesto Dello Vicario – Roma, ha apprezzato la “chiarezza del concept di progetto che, a livello urbano, instaura un rapporto interessante con il MAXXI, attraverso un calibrato equilibrio di scala e di linguaggio architettonico, e che, a livello dell’edificio, genera un’atmosfera attraente e fortemente riconoscibile dello spazio museale”.
“Il progetto valorizza l’intorno urbano e il manufatto sul quale interviene, aggiungendo nuove qualità all’esistente e alla piazza del nuovo quartiere.
Il museo propone un grande spazio aperto al pubblico, che è contemporaneamente una piazza coperta e uno spazio domestico da frequentare anche durante gli orari di chiusura.
L’incontro tra natura e scienza è esplicito e ben interpretato: nello spazio principale della serra questo rapporto è basato su una proficua commistione: a un primo sguardo la divisione tra le due realtà non è immediatamente riconoscibile e questa ambiguità contribuisce a rendere interessante lo spazio interno del Museo della Scienza.
L’ampia diversificazione tipologica e dimensionale degli spazi espositivi contribuisce alla flessibilità d’uso del museo e alla capacità di adattarsi nel tempo a nuove e diverse esigenze espositive”.