DOMODOSSOLA – Il 21 luglio apre ai Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco a Domodossola la mostra Il grande teatro della luce.
Dal lume di candela alla luce elettrica
Come suggerisce lo stesso titolo, il tema della luce nell’arteè al centro dell’esposizione in un percorso dal lume di candela alla rivoluzione della luce elettrica.
Tra i grandi nomi degli artisti protagonisti troviamo Tiziano, Van Dyck, Ippolito Caffi, Gaetano Previati e Renoir.

Curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti, la mostra propone una narrazione in cui la luce, nelle sue diverse declinazioni è l’elemento di ricerca e studio di artisti, tra l’Italia e le Fiandre e tra il Seicento e il Novecento.
Una luce che è anche testimone dello scorrere del tempo e che viene indagata nella sua portata tecnologica, viaggiando tra rappresentazioni di paesaggi e visioni a lume di candela fino ad arrivare alla luce elettrica.
In mostra sono presentate 45 opere che si snodano all’interno delle navate di Palazzo San Francesco in un allestimento pensato e realizzato dall’architetto e light designer Matteo Fiorini di Studio Lys.

Il percorso espositivo
La prima sezione è dedicata ai dipinti “a lume di candela”. Tra le opere sono esposte ci sono raffinate tele di artisti seicenteschi fiamminghi, come Gherardo delle Notti, Adam de Coster e Trophime Bigot, che dialogano con il sorprendete Contadino che accende la candela con un tizzone ardente, realizzato da Angelo Inganni nel 1850 e proveniente dalla collezione della Fondazione Cariplo, ma anche con una silente Natura morta di Giorgio De Chirico che restituisce un valore simbolico della luce nel Novecento.
L’artificio teatrale della luce viene esaltata da artisti che sono protagonisti assoluti della scena sacra tra fine Cinquecento e Ottocento.
È quindi possibile ammirare il Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza della collezione del Banco BPM, lo struggente capolavoro della Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e, tra gli altri, il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti di collezione privata.

Il percorso continua con la sezione dedicata alla luce nella natura, soprattutto nel paesaggio lacustre e montano, con opere di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi, Domenico Induno e Angelo Morbelli. Si trovano anche grandi tele dedicate al paesaggio ossolano, esposte per la prima volta, in cui i riflessi dell’acqua riproducono le luci tipiche della vallata.
Questa sezione si arricchisce di due capolavori: l’affascinante Panni al sole, uno dei più importanti dipinti divisionisti di Pelizza da Volpedo, custodito in collezione privata e Le lavandaie a Cagnes di Pierre Auguste Renoir.
La valenza simbolica della luce si riscopre poi in un gruppo di opere dell’Ottocento e del Novecento. Una luce drammatica, come quella che emana La morte di Cleopatra, dipinta da Achille Glisenti e custodita presso i Musei Civici di Brescia, una luce portavoce di emozioni visibile nelle tele di Gaetano Previati, Giovanni Sottocornola e Giuseppe Mascarini, ma anche una luce dai significati reconditi come quella che si incontra ad esempio inGiuseppe Molteni, La derelitta.

Una sezione dell’esposizione è infine dedicata alle conquiste tecnologiche più rivoluzionarie per la storia dell’uomo e che celebra così anche la storia della Val d’Ossola. Qui infatti, in questo territorio ideale per la costruzione delle centrali idroelettriche, sono nate alcune tra le centrali più belle e produttive, dei veri e propri gioielli di architettura del Novecento che rivivono nel materiale fotografico d’archivio di Enel Green Power, partner della mostra.
Vademecum
IL GRANDE TEATRO DELLA LUCE. Tra Tiziano e Renoir
21 luglio 2023 – 7 gennaio 2024
Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco
Domodossola (VB)