OSTIA (ROMA) – A Ostia antica, nel corso della seconda campagna di scavo del progetto “Ops – Ostia Post Scriptum“, curato dal Parco archeologico di Ostia antica in collaborazione con l’Università di Catania e il Politecnico di Bari, sono emersi due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses.
I Fasti Ostienses, ecco cosa sono
I frammenti dei Fasti Ostienses rappresentano una sorta di cronaca incisa su lastre di marmo che riportano notizie preziose sulla storia politica e monumentale di Roma e di Ostia. La loro redazione spettava al pontifex Volcani, massima autorità religiosa locale.
I frammenti sono stati rinvenuti in seguito alle indagini effettuate nell’Area B del Parco archeologico, corrispondente al Foro di Porta Marina, una costruzione di forma rettangolare, porticata su tre lati e dotata di un’aula absidata su quello di fondo e originariamente pavimentata in opus sectile (con lastre di marmo di diverso colore).

Nella zona interessata dallo scavo, già negli anni 1940-41 e poi ancora nel 1969-72, vennero alla luce altri brani dei Fasti Ostienses.
Uno dei due frammenti recuperati, che si congiunge perfettamente con un altro già conservato a Ostia e riferibile alla cronaca degli anni 126-128 d.C., riporta fatti e avvenimenti accaduti a Roma nel 128, sotto il regno di Adriano.
Attraverso fonti letterarie, epigrafiche e numismatiche, si è potuto precisare il contenuto del testo, da cui si evince che il primo gennaio del 128 Adriano assunse il titolo di pater patriae e la moglie Sabina quello di Augusta.
Per celebrare questi titoli, l’imperatore offrì al popolo un congiarium, cioè un’elargizione di denaro (Congiar Dedit recita l’iscrizione). Successivamente, il 10 aprile del 128 (ante diem III Idus April riporta l’iscrizione) l’imperatore partì per l’Africa e, tornato a Roma tra la fine di luglio e gli inizi di agosto e prima di recarsi ad Atene, consacrò (Consecravit, recita l’iscrizione) un edificio, sicuramente un tempio nell’Urbe. Potrebbe trattarsi del Pantheon, oppure del Tempio di Venere e Roma.
La consacrazione potrebbe essere avvenuta l’11 agosto del 128 d.C., ovvero nel giorno della ricorrenza dell’ascesa al trono di Adriano nel 117.

Le altre indagini recenti a Ostia antica
Le indagine, concluse a fine luglio, hanno interessato anche l’Area A, mai scavata prima, situata all’interno del Parco tra il Piazzale delle Corporazioni, la ricca Domus di Apuleio, l’area sacra dei Quattro Tempietti e l’antico corso del Tevere.

In questa parte sono venuti alla luce altri vani per un’estensione di circa 400 metri quadrati, e al loro interno, sono stati recuperati reperti ceramici, marmorei e l’originaria decorazione pittorica e in stucco, oltre agli estesi resti di meravigliosi mosaici in tessere bianche e nere.
Nel lato Sud dell’edificio è emerso un portico a pilastri impreziosito da uno splendido pavimento mosaicato, ancora in ottimo stato di conservazione.
Sul lato Ovest dell’area di scavo è stato, invece, rinvenuto uno stretto ambiente absidato, nel quale si scendeva tramite quattro scalini fino a una quota più bassa rispetto a quella del restante complesso. Si trattava di uno spazio seminascosto, ‘intimo’, dal carattere sacro.
“Una scoperta anch’essa straordinaria – afferma il Direttore del Parco archeologico di Ostia antica, Alessandro D’Alessio – che, se da un lato accresce e integra quanto sappiamo sull’attività di quel grande imperatore che fu Adriano portando nuove acquisizioni sull’importantissima attività edilizia da lui condotta a Roma, dall’altro riconferma le immense potenzialità dell’antica Ostia per una sempre più approfondita conoscenza e divulgazione del nostro passato”.