LUGANO – Le affinità tra due maestri dell’arte italiana del Novecento, Giacomo Balla e Piero Dorazio, sono al centro della mostra “Dove la luce”, il cui titolo si ispira a una poesia di Giuseppe Ungaretti contenuta nel volume La luce. Poesie 1914-1961 (Erker Presse, San Gallo, 1971).
La mostra, a cura di Gabriella Belli, presenta 47 opere create attorno a due date: il 1912, anno in cui nascono le Compenetrazioni iridescenti di Balla e il 1960 per le ben note Trame di Dorazio.

Gli studi di Balla sulla luce
Le “Compenetrazioni iridescenti” rappresentano una fase importante nella carriera artistica di Balla, proprio per quelle sperimentazioni di geometrie e colori volte a catturare la luce.
Con rigore scientifico – matite colorate, tempera e acquarelli alla mano – Balla disegna un repertorio di possibili varianti di geometrie triangolari, a nastro o sferiche, di fatto la rappresentazione dell’“anatomia” della luce.
Si tratta di un esercizio capace di catturarne “l’invisibile” e liberare gli atomi finissimi dei timbri dell’arcobaleno: dal rosso all’arancio, al giallo, al verde, all’azzurro, all’indaco e violetto.
In mostra sono esposti oltre venti esemplari, provenienti da prestigiose collezioni private e museali, come la Galleria d’arte Moderna di Torino e il Mart di Trento e Rovereto.

Le sperimentazioni di Dorazio
Influenzato dalla ricerca di Balla, Dorazio realizza le sue “Trame” tra gli anni Cinquanta e Sessanta, utilizzando trame di linee incrociate e colori per rappresentare la luce.
Il ciclo – di cui in mostra sono presenti oltre venti esemplari, realizzati tra il 1959 e il 1963 – è ricco di molte varianti principalmente legate al grado di luminosità del colore, alle interferenze percettive tra fondo e superficie e, anche, alla relazione spazio-tempo.
I punti di contatto tra i due maestri
Tra i diversi punti di contatto tra Dorazio e Balla è curioso sottolineare che la sperimentazione, rispettivamente delle Trame e delle Compenetrazioni, occupa una parentesi temporale brevissima nel percorso di tutti e due gli artisti.
Eppure, nella prospettiva di una continuità della linea dell’arte moderna italiana tra avanguardie storiche e pittura del Secondo dopoguerra, non c’è dubbio che la contiguità davvero speciale di queste esperienze rimane davvero un tassello di fondamentale importanza.
L’allestimento di Mario Botta
L’allestimento della mostra, curato da Mario Botta, enfatizza le differenze e le affinità tra i due artisti, con le opere di Balla presentate in nicchie bianche e quelle di Dorazio su ampie superfici nere.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da Mousse-Milano, con testi di Gabriella Belli, Francesco Tedeschi, autore del Catalogo Ragionato di Piero Dorazio, e Riccardo Passoni, direttore della GAM di Torino, dove sono conservati i fogli più importanti di Giacomo Balla.
Completano il volume ricchissimi apparati critici a cura di Giulia Arganini (per Giacomo Balla) e Valentina Sonzogni (per Piero Dorazio). Un’intervista a Mario Botta espliciterà i criteri espositivi della mostra.
Vademecum
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
24 settembre 2023 – 14 gennaio 2024
Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano
+41 (0)58 866 4240
www.collezioneolgiati.ch | www.masilugano.ch
Orari:
Giovedì – domenica: 11:00 – 18:00
Ingresso gratuito