MONTECARLO – Si è spento all’età di 91 anni, Fernando Botero, il più illustre artista colombiano di tutti i tempi, accanto al celebre scrittore Gabriel Garcia Marquez.
Secondo quanto riportato dal quotidiano colombiano El Espectador, il pittore e scultore, originario di Medellin, si è spento nella sua casa di Montecarlo, anche se in un primo momento si era parlato di un ricovero in una clinica di Pietrasanta, in Versilia, dove l’artista era solito trascorre molto tempo.
La carriera di Botero era iniziata a Bogotà, dove da giovane aveva ottenuto il secondo posto nella IX Sala Nazionale degli Artisti, prima di farsi conoscere in Europa.
Botero e le sue forme tonde
Il Museo del Prado di Madrid e le Gallerie dei Mestieri di Firenze sono stati tra i primi importanti musei a celebrare il lavoro di questo artista, ispirato dai classici e soprattutto dal primo Rinascimento italiano, ma noto in particolare per le forme morbide e arrotondate dei personaggi ritratti.
Al Museo Botero, forse la principale attrazione di Bogotà, uno dei dipinti più ammirati è la sua interpretazione, ancora più tonda, della Gioconda di Leonardo Da Vinci.
Il successo internazionale non è tuttavia arrivato subito per Botero, è stato piuttosto il risultato di un colpo di fortuna a mettere in luce il suo stile inconfondibile. Il quotidiano El Espectador racconta che un giorno, mentre dipingeva un mandolino, Botero ha disegnato l’imboccatura della cassa armonica molto piccola e si è accorto che lo strumento musicale assumeva un volume insolito. Da quel momento, Botero ha ricercato quel volume in ogni cosa, nei ritratti delle persone, nelle figure degli animali, nelle nature morte.

Dagli anni ’90 in poi, le sculture di Botero sono diventate parte integrante degli Champs Elysées a Parigi, di Pietrasanta in Toscana, di Barcellona, Locarno, Madrid, nella remota Yerevan, in Armenia.
Naturalmente, la Colombia è sempre stata nel cuore di Botero che, all’inizio del nuovo millennio, ha donato gran parte della sua collezione privata al Museo di Antioquia di Medellín, affacciato proprio su una piazza a lui intitolata a Plaza Botero e che ospita a sua volta 23 opere monumentali.
Botero, non solo forma e volume
Durante gli anni più drammatici della guerra civile, l’artista ha narrato, a modo suo, alcuni degli episodi più intensi degli scontri fratricidi tra le milizie dei contadini e quelle dei proprietari terrieri.
In un’intervista per Diners, una volta disse: “La cosa più terribile per un artista riguardo all’idea della morte è sapere che non potrà più dipingere. Voglio morire come Picasso, che all’età di 93 anni, dopo aver dipinto un quadro – brutto come quelli che fece alla fine – andò a lavarsi i denti alle due del mattino e cadde morto. Noi pittori non andiamo mai in pensione”.
Tra i primi ad esprimere il proprio cordoglio per la morte dell’artista è stato il presidente della Toscana, Eugenio Giani, che su Facebook ha scritto: “È con profondo dolore che apprendo la scomparsa di Fernando Botero, un grande amico della Toscana. Le sue opere sono state un ponte tra culture e un riflesso della bellezza universale – aggiunge Giani – La sua presenza qui ha arricchito la nostra terra, e il suo spirito creativo continuerà a ispirarci. Di Pietrasanta che lo aveva adottato disse: ‘Mi sono innamorato di questo angolo di Toscana e di questa gente la prima volta che sono approdato qui’. Le nostre condoglianze vanno alla sua famiglia e a tutti coloro che amavano la sua arte, vivrà per sempre tra noi con le sue opere eterne”.
Sette giorni di lutto a Medellin
Medellin ha proclamato sette giorni di lutto per la scomparsa dell’artista colombiano. “A Medellin – ha scritto sul social X il sindaco della città, Daniel Quintero Calle – piangiamo con il dolore nell’anima la morte del maestro Botero. La sua vita, la sua opera, il suo amore per Medellin e la Colombia dureranno per sempre. Medellin decreta sette giorni di lutto e renderà omaggio a piazza Botero e negli altri siti dove la sua eredità rimarrà per sempre“.