LUCCA – La campagna di studio e restauro del Volto Santo a Lucca, promossa dall’Ente Cattedrale in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e l’Opificio delle Pietre Dure, prosegue con successo.
I lavori sono iniziati il 1° dicembre 2022 con il trasferimento del Volto Santo nel laboratorio di restauro.
Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, la scultura è stata oggetto di approfondite analisi scientifiche e di prime operazioni di restauro per preservarne la pellicola pittorica.
Sono emersi dati significativi sia sul Volto Santo che sul tempietto che lo custodisce, che saranno presentati nel dettaglio in un convegno il 16 settembre 2023 presso la chiesa di San Giovanni e Reparata a Lucca.
La Croce e la sua datazione
Per la prima volta, è stata esaminata anche la croce del Volto Santo, rivelando una datazione di epoca altomedioevale come il Cristo, confermata dall’analisi al Carbonio 14.
Sorprendentemente, la croce è composta da due tipi di legno: castagno per l’asse verticale e cedro per il braccio orizzontale. Quest’ultimo, di origine mediorientale, venne importato in Europa solo nel XVI secolo.
Questo dettaglio suggerisce un significato simbolico, indicando la provenienza dalla Terra Santa del ritratto del Salvatore scolpito dal discepolo Nicodemo. La croce rivela antiche decorazioni sotto la sua attuale tinteggiatura scura, attestando la sua longeva storia.
Le nuove acquisizioni e gli antichi restauri
La campagna diagnostica ha portato alla luce nuove e rilevanti informazioni riguardo alla tecnica utilizzata per creare il Volto Santo.
Il corpo, scolpito da un unico massiccio tronco di noce scavato completamente dall’interno, presenta un sistema di giunti (tenoni) per innestare le braccia, che si inseriscono in apposite cavità (mortase). Le braccia sono ulteriormente rinforzate da una fascia di tessuto, mentre il crocifisso è saldamente unito alla croce tramite sei perni (quattro in rovere e due in cedro) che fissano le braccia alla croce sottostante. Inoltre, è stata confermato l’antichità del Cristo ligneo, risalente all’VIII-IX secolo, grazie a nuove analisi al C14 condotte sulla fascia di tessuto situata all’altezza della giuntura del braccio sinistro con il torso del Crocifisso.
Le indagini hanno inoltre rivelato due interventi di restauro finora sconosciuti: un rimaneggiamento antico della punta di entrambi i piedi, forse erosi dalla devozione dei fedeli, e un restauro più recente del pollice e dell’indice della mano sinistra del Cristo.
Al di sotto dello strato scuro che ora riveste completamente l’abito, sono state individuate dorature con motivi vegetali posizionate intorno al collo e alla parte terminale delle maniche, delineate da una decorazione composta da punti rilevati di colore rosso e bianco.

Gli strati pittorici
Il Volto Santo, noto per la sua colorazione scura negli incarnati, nella croce e nella veste, è stato oggetto di diverse ridipinture nel corso dei millenni, nascondendo così la sua colorazione originaria.
Le analisi chimiche in corso sono fondamentali per comprendere le policromie sulla scultura, così come le tinteggiature brune applicate più recentemente.
Queste analisi rivelano la composizione dei vari strati pittorici, compresi i materiali preparatori, i pigmenti e i leganti utilizzati. Ad esempio, è stato identificato l’uso di lapislazzuli nel primo strato, conferendo una colorazione blu alla veste.
I leganti utilizzati variano dalla colla animale all’albume d’uovo fino agli oli essenziali.
Restauro
Queste indagini e le radiografie aiutano a comprendere la complessa storia di questa antica opera e forniscono un supporto essenziale per l’attuale processo di restauro.
Finora, sono state eseguite operazioni di consolidamento del colore, trattamenti anossici per preservare la scultura da danni biologici e una prima pulizia superficiale sia all’interno che all’esterno. Le acquisizioni sulla composizione degli strati pittorici e sulla tecnica costruttiva consentiranno di procedere alla seconda fase del restauro.
Scoperte relative al tempietto
Durante le operazioni preliminari alla movimentazione del Volto Santo nel tempietto del Civitali, è emersa una scoperta sorprendente: la parete retrostante, diversa dalla struttura marmorea circostante, mostrava una pittura murale frammentaria con motivi decorativi geometrici e una croce di colore ocra.
Questo assetto sconosciuto del tempietto sembra precedere la costruzione del sacello di Matteo Civitali tra il 1482 e il 1484. Le indagini in corso mirano a chiarire la datazione e l’origine di questa parete, che potrebbe essere parte della cappella medievale menzionata nei documenti e rappresentata in una miniatura del Trecento.
Le indagini all’interno del tempietto e il recupero delle pitture murali, comprese le modalità di accesso a queste, faranno parte di un progetto più ampio coordinato dagli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure.
I dati raccolti durante il cantiere, sia riguardo al tempietto che alla scultura, saranno resi disponibili al pubblico attraverso una piattaforma informatica dedicata, che permetterà di esplorare le molte storie che questo straordinario oggetto continua a raccontare, anche attraverso modellazione 3D.