ROMA – Domenica 8 ottobre si celebra la seconda giornata nazionale degli Ospedali Storici, una iniziativa che permette al pubblico di scoprire i tesori culturali all’interno di storiche istituzioni ospedaliere in diverse città italiane.
Si tratta di luoghi solitamente chiusi al pubblico che saranno aperti gratuitamente, offrendo accesso a collezioni d’arte, antichi strumenti sanitari, edifici monumentali e altro ancora.

Organizzazione e obiettivi
L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale Ospedali Storici Italiani (ACOSI), un’associazione no-profit nata nel 2019.
ACOSI si propone di promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico, storico, culturale ed architettonico degli ospedali storici d’Italia, oltre a favorire l’incremento trasparente e sostenibile del patrimonio scientifico.
Grazie a un protocollo con il Ministero della Cultura e il Ministero della Salute, 14 ospedali storici saranno protagonisti della manifestazione, aprendo al pubblico 22 luoghi di interesse artistico e culturale.

La presidenza di ACOSI è a rotazione tra i vari enti partecipanti. Nel 2023, è a capo di Milano con Marco Giachetti, presidente della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Policlinico.
“Gli ospedali italiani sono da sempre al servizio della salute dei cittadini – spiega Marco Giachetti, presidente del Policlinico di Milano e presidente di ACOSI per il 2023. L’alto livello delle cure erogate trova le sue origini nella storia plurisecolare di questi ospedali, che sono anche eredi di una formidabile ricchezza di storia e cultura. L’arte del curare si è affinata nei secoli, ed è raccontata bene negli oggetti e nei documenti custoditi dai più antichi ospedali storici d’Italia. Un patrimonio inestimabile dal punto di vista culturale e artistico, che intendiamo far riscoprire ai cittadini graziealle iniziative di ACOSI, l’Associazione Culturale degli Ospedali Storici Italiani, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza di una nobile tradizione di assistenza e il patrimonio di beni culturali che la illustra”.
Durante la giornata, saranno organizzati concerti di musica classica a cura dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, con repertori che mettono in luce le complesse relazioni tra epidemie e innovazioni artistiche.
Prenotazioni e Informazioni
Per ulteriori dettagli, orari e prenotazioni, è possibile visitare il sito ufficiale di ACOSI: https://www.acosi.org/attivita-culturali/. Per informazioni specifiche su ogni struttura e città, si può consultare il sito www.acosi.org.
L’iniziativa di ACOSI continua a Milano il 17 e 18 novembre con l’Assemblea nazionale dei Soci e un Convegno aperto al pubblico sul tema dei Giardini terapeutici.

Ospedali storici e i loro patrimoni artistici e culturali
- Firenze – Ospedale di Santa Maria Nuova: Uno dei più antichi ospedali ancora in attività al mondo, fondato nel 1288da Folco Portinari, padre di Beatrice celebrata da Dante Alighieri. L’edificio è un insigne monumento di architettura, a partire dalla prima corsia dell’antico Ospedale degli uomini, edificato tra il 1313 e il 1315. Comprende vari chiostri e giardini interni; tra questi il “Chiostro delle Medicherie”, realizzato tra il 1418 e il 1420. La corsia delle donne fu avviata nel 1656 occupando parte del Chiostro delle Ossa; nel 1873 il cortile fu riconvertito in Pantheon dei benefattori, con epigrafi e sculture. Il patrimonio storico artistico dell’Ospedale è articolato in un percorso museale, che comprende ritratti di Spedalinghi, dipinti tra XVI e XVII sec. nel solco della tradizione fiorentina delle “gioviane”; un affresco strappato raffigurante la “Conferma della regola agli Spedalinghi da parte di Martino V”, opera di Gherardo di Giovanni del Fora (sec. XV), e numerose altre opere che testimoniano il glorioso passato.

- Venezia – Ospedale Civile Ss. Giovanni e Paolo: la Scuola Grande di San Marco è un edificio rinascimentale, fondato dall’omonima Scuola, che si affaccia sul Campo Santi Giovanni e Paolo a Venezia. Costituisce l’attuale Ingresso principale dell’Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo di Venezia. Il primo nucleo ospedaliero, che prenderà poi il nome di San Lazzaro quando si insedierà nel 1262 nell’omonima Isola, risale ad una data precedente tra l’XI e il XII secolo quando venne fondato nei pressi della Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. Dopo alcuni secoli fu ricostituito nella Laguna nord, tra le Fondamenta dei Mendicanti e le Fondamenta Nove. Al suo interno oggi convivono un’area di cura, con circa 350 posti letto su un complesso ospedaliero di una decina di edifici (alcuni di origine antica, altri moderni, altri ancora di recente rinnovo, collegati tra loro) e un’area storico-culturale. Quest’ultima comprende la Biblioteca antica, il Museo di storia della medicina, il Museo di Anatomia Patologica, la Farmacia Storica, la Chiesa Ospedaliera, l’Itinerario dei medici ebrei, le raccolte d’arte e le architetture monumentali della Scuola Grande di San Marco e dell’ex-Convento domenicano.
- Milano – Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico: Nato nel 1448, è uno degli ospedali più grandi d’Italia. L’edificio progettato dal Filarete è stato eretto in più fasi dal 1456; completato nel 1805 è appellato Ca’ Granda per la sua enorme estensione (300×100 m) in grado di accogliere 2.400 letti. Il patrimonio culturale consiste in un vasto archivio con documenti dall’anno 1067, una ricca biblioteca di medicina con volumi dall’anno 1476, raccolte d’arte dal secolo XVI tra le quali è particolarmente rilevante la serie di 925 ritratti di benefattori, una fototeca con immagini dal 1870, e poi collezioni anatomo patologiche con centinaia di preparati e modelli, le suppellettili dell’antica farmacia, strumenti scientifici. L’Ente infine è proprietario di terreni agricoli, cascine e oratori sparsi nell’intera Lombardia. Dal 2019 è aperto al pubblico un piccolo Museo, che propone una selezione di ritratti e le collezioni mediche.

- Roma – Complesso Monumentale del Santo Spirito in Saxia: Con undici secoli di storia e più di otto secoli di ininterrotta vita ospedaliera a vantaggio dei poveri, degli abbandonati e dei malati, sorge dove anticamente si trovavano gli “Horti Agrippinae” di Agrippina Maggiore, che dal Gianicolo si estendevano fino al Tevere. Nei locali sottostanti la Corsia Sistina, sono visibili resti di muri ad opus reticulatum, pavimenti in mosaico, frammenti di marmi scolpiti e resti di affreschi. In questa regione qualche secolo dopo la caduta dell’Impero Romano, intorno al 727 d. C., i lontani popoli redenti dal cristianesimo, crearono la propria casa-ospizio e il re dei Sassoni INA istituì la “Schola Saxonum” (da cui deriva la parola “Sassia”), quale centro di accoglienza per i propri connazionali che giungevano in pellegrinaggio a Roma presso la tomba dell’apostolo Pietro. Il museo conserva la Custodia della Macina della corteccia di china, i mobili dell’Aula di insegnamento di Giovanni Maria Lancisi, le cere settecentesche e i preparati anatomo- patologici del Flaiani, che costituivano l’antico museo del Santo Spirito, la ricostruzione di una Farmacia del secolo XVII e il suo “Laboratorio alchemico”, oltre a strumentario medico-chirurgico e ostetrico. Il Museo comprende anche una Biblioteca con volumi che risalgono al periodo compreso tra il XVI e il XX secolo oltre a ciquecentine tra le quali alcuni testi di Aldo Manuzio, ricettari e manoscritti del XVIII e del XIX secolo, oltre a incisioni e tavole anatomiche.

- Napoli – Museo delle Arti Sanitarie e Storia della Medicina: Fondato nel 1522, ha una storia di nobili tradizioni di ospitalità. L’ospedale rappresentò un polo dell’assistenza medica e della cultura scientifica non di Napoli: dall’Accademia degli Oziosi e dalla cultura medico-filosofica al razionalismo illuminista, sino alla Scuola Medica Napoletana nell’Ottocento, che rappresenta un capitolo fondamentale della storia sanitaria del Paese, ed ebbe illustri esponenti come Severino, Cotugno, Quadri, Amantea, Santoro, Boccanera, Troja, Cirillo, fino a san Giuseppe Moscati. L’Associazione “Il Faro d’Ippocrate” ha dato vita al Museo delle Arti Sanitarie e Storia della Medicina. Le collezioni comprendono circa 15.000 oggetti: antichi strumenti medico-chirurgici e scientifici, documenti, reperti anatomopatologici, preparati a secco e in formalina, cere e rilievi anatomici del secolo XVIII, ricostruzioni di farmacie storiche. Il percorso di visita comprende la Farmacia storica (ove sono collocati 450 tra albarelli e idrie maiolicati), la Chiesa di S.M. del Popolo, la Quadreria, il Chiostro di S. Maria delle Grazie, la Chiesa di S. Maria Succurre Miseris dei Bianchi della Giustizia.
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