Un viaggio nell’opera di Alphonse Mucha, il suo legame con l’arte italiana dell’epoca, in una mostra al Museo degli Innocenti di Firenze
FIRENZE – Il Museo degli Innocenti di Firenze ospita la prima mostra italiana dedicata al padre dell’Art Nouveau, l’artista ceco Alphonse Mucha. Creatore di immagini tanto emblematiche quanto cariche di fascino, Mucha ha influenzato il mondo dell’arte e della pubblicità in maniera ancora oggi palpabile.
“Un tuffo straordinario nell’Art Nouveau attraverso le opere di uno degli artisti più iconici e imitati – ha detto la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini –, ma anche un modo per ripercorrere le istanze dei popoli slavi di cui Mucha fu portatore per tutta la vita. Un importante collegamento anche con il nostro Galileo Chini, uno dei protagonisti dell’Art Nouveau in Italia.”

Il patriottismo e lo “stile Mucha”
Nato nel 1860 a Ivančice, nella Repubblica Ceca, Alphonse Mucha si distinse fin da giovane per il suo fervente patriottismo e impegno per la libertà dei popoli slavi.
Nel 1887, si trasferì a Parigi, dove affinò le sue abilità artistiche e incontrò Sarah Bernhardt, l’attrice più celebre dell’epoca, dando inizio a una collaborazione destinata a segnare la storia dell’arte e della pubblicità.

Le celebri “donne di Mucha” divennero simboli di un’epoca in cui l’arte si mescolava con la pubblicità. Le sue opere si trasformarono così in icone globali. La sua capacità di coniugare sacro e profano, bellezza e seduzione, diede vita allo straordinario “stile Mucha“.
Le aziende se lo contendono per reclamizzare i propri prodotti, dando vita alle intramontabili campagne pubblicitarie come quella del cioccolato Nestlé, dello champagne Moët & Chandon, e ancora delle sigarette, della birra, dei biscotti e dei profumi.

L’Epopea Slava: un impegno profondo
Nel 1910, Mucha fece ritorno a Praga, dedicando quasi vent’anni alla creazione del suo capolavoro, l’Epopea Slava. Quest’opera monumentale composta da venti enormi tele, narra gli eventi più significativi della storia slava, testimonianza tangibile del suo impegno per la causa patriottica e sociale.
Mucha e l’Italia: il legame con Galileo Chini
La mostra non si limita a esplorare l’opera di Mucha, ma propone anche uno sguardo sullo sviluppo dell’Art Nouveau in Italia, che abbraccia, seppur con un lieve ritardo, questo nuovo modello stilistico e iconografico capace di interpretare la modernità contemporanea.

La fanciulla eterea, dai movimenti aggraziati e armoniosi, più volte immortalata da Mucha, diventa il simbolo dello stile Liberty – declinazione italiana dell’Art Nouveau – nel manifesto disegnato da Leonardo Bistolfi per la Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna Torino del 1902, la manifestazione che sancisce l’ingresso ufficiale dell’Italia sulla scena europea.
Tra gli artisti che partecipano all’Esposizione di Torino, spicca Galileo Chini (1873-1956) che aderisce ai principi innovatori del Liberty a partire dalla fine degli anni ‘90 del 1800.
Attraverso le sue opere, Chini contribuì a diffondere la bellezza e a sfidare la distinzione tra “arti maggiori” e “minori”, ispirandosi al desiderio di Mucha di rendere l’arte accessibile a tutti.

Alla ricerca della bellezza, dalla fotografia alla decorazione
Mucha non fu solo un pittore straordinario, ma anche un appassionato fotografo. La fotografia divenne un elemento fondamentale nel suo processo creativo, fungendo da diario visivo e quaderno degli appunti. Le immagini dei modelli di studio sono una testimonianza di questo suo approccio unico.
La sezione dedicata alle ceramiche di Galileo Chini, fondatore dell’Arte della Ceramica a Firenze, una piccola fabbrica a che in breve tempo si fa interprete del gusto moderno, illustra come l’Art Nouveau si sia diffusa in Italia, influenzando anche l’arte applicata e la produzione di manufatti.

La visione di Mucha
Non solo un artista, ma anche un filosofo, Mucha credeva che l’arte avesse il potere di unire e ispirare le persone. Il suo progetto dell’Epopea Slava era, infatti, un tentativo di trasmettere un messaggio di unione, affinché l’umanità potesse progredire insieme.
“Lo scopo del mio lavoro era costruire, creare ponti; perché dobbiamo tutti nutrire la speranza che l’umanità si unisca, e quanto più facile sarà tanto più si capiranno. Sarò felice se toccherà a me aver contribuito con le mie modeste forze a questa comprensione, almeno nella nostra famiglia slava”.

ALPHONSE MUCHA.
LA SEDUZIONE DELL’ART NOUVEAU”
Museo degli Innocenti
Piazza della SS. Annunziata,13
50121 Firenze
Date al pubblico
27 ottobre 2023 – 7 aprile 2024
Orari
Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti
Mostra + Museo degli Innocenti
Intero € 16,00 (audioguida inclusa)
Ridotto € 14,00 (audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni
T. + 39 055 0981881
Informazioni didattica
didattica@arthemisia.it
Sito
www.arthemisia.it
www.museodeglinnocenti.it