ROMA – La Galleria Borghese di Roma ospita dal 14 novembre 2023 la mostra Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma, seconda tappa del più ampio progetto RUBENS! La nascita di una pittura europea, realizzato in collaborazione con Fondazione Palazzo Te e Palazzo Ducale di Mantova.
Curata da Francesca Cappelletti e Lucia Simonato, la mostra romana indaga il contributo straordinario di Peter Paul Rubens alla trasformazione artistica nel periodo barocco, esplorando i legami tra la cultura italiana e l’Europa, con particolare attenzione alla Roma cosmopolita dei primi del Seicento.

Il contesto artistico e culturale
La mostra, che presenta 50 opere provenienti dai musei più prestigiosi del mondo, è suddivisa in 8 sezioni, focalizzandosi sul tocco di Pigmalione per evidenziare l’innovativo stile di Rubens e la sua reinterpretazione dell’antico. L’esposizione analizza il ruolo chiave di Roma, sottolineando in particolare il contributo della Galleria Borghese nella definizione di un nuovo linguaggio naturalista europeo.
Come spiegato da Francesca Cappelletti, Direttrice Galleria Borghese e curatrice della mostra, Roma, “calamita per gli artisti del Nord europa”, fu per Rubens un luogo di studio e ispirazione. Qui conobbe l’antico, le opere di Carracci e Caravaggio e la collezione Borghese, che fu motore del nuovo linguaggio naturalistico del Barocco.

Rubens e la reinterpretazione dell’antico
Nel corso del Seicento, Rubens emerge come uno dei più grandi conoscitori delle antichità romane. La mostra evidenzia come il pittore fiammingo abbia contribuito alla vivificazione del soggetto, sia nel ritratto che nelle opere storiche. Il suo approccio innovativo al disegno, come dimostrato nella rilettura della statua dello Spinario, anticipa le mosse di artisti che, nei decenni successivi al suo passaggio romano, verranno definiti barocchi.

Rubens e Bernini, il dialogo che ha dato vita al Barocco
La mostra getta luce sul controverso rapporto tra le opere di Bernini e il naturalismo rubensiano, evidenziando come i due artisti abbiano condiviso un approccio innovativo. La sfida tra i due linguaggi emerge attraverso l’analisi dei ritratti e delle sculture, rivelando una reciproca ispirazione che ha contribuito alla definizione del Barocco.

L’esposizione si concentra in particolare sulle opere giovanili di Bernini, come la Carità vaticana nella Tomba di Urbano VIII. Questa scultura, già giudicata negativamente dai viaggiatori europei del tardo Settecento, viene oggi rivalutata come un esempio precoce del Barocco.
“Rubens dovette apparire a Bernini come il campione di un linguaggio pittorico estremo, con cui confrontarsi: per lo studio intenso della natura e per la raffigurazione del moto e dei ‘cavalli in levade’ suggeriti dalla grafica vinciana, che sarebbero stati affrontati anche dallo scultore napoletano nei suoi marmi senili con la stessa leonardesca “furia del pennello” riconosciuta da Bellori al maestro di Anversa; infine anche per i suoi ritratti, dove l’effigiato cerca il dialogo con lo spettatore, proprio come accadrà nei busti di Bernini per i quali è stata coniata la felice espressione di speaking likeness” – afferma Lucia Simonato, curatrice della mostra.

Il tocco di Pigmalione
La mostra, infine, pone attenzione anche al ruolo delle stampe nella diffusione del linguaggio barocco. La tempestiva circolazione delle prove grafiche rubensiane accelera il dialogo per tutti gli anni Trenta del Seicento, sollecitando operazioni editoriali come la Galleria Giustiniana, dove le statue antiche prendono ormai definitivamente vita, secondo un effetto già definito Pigmalione dalla critica.
Galleria Borghese
Piazzale Scipione Borghese 5 – Roma
Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma
14 novembre 2023 – 18 febbraio 2024