NEW YORK – Il mondo dell’arte piange la scomparsa di Gaetano Pesce, designer, architetto e scultore italiano di fama internazionale, morto a New York all’età di 84 anni.
Un’anima rivoluzionaria
Pesce era noto per il suo stile unico e provocatorio che mescolava colori vivaci, ironia e impegno sociale. Le sue opere, dalle iconiche poltrone Up5 alle sculture monumentali, hanno sfidato le convenzioni e aperto nuovi orizzonti nel design e nell’arte.
Un pioniere del Radical Design
Nato a La Spezia nel 1939, Pesce si affermò negli anni ’60 come uno dei principali esponenti del Radical Design, movimento che contestava l’omologazione e la produzione industriale a favore di una maggiore libertà espressiva e di un design più umano e funzionale.
Un artista poliedrico
Pesce spaziava con disinvoltura tra diverse discipline, dall’architettura al design, dalla scultura alla pittura, lasciando un segno indelebile in ognuna di esse. La sua creatività e il suo coraggio hanno ispirato generazioni di artisti e designer.
Le opere di Pesce sono esposte nei più importanti musei del mondo, dal MoMA di New York al Victoria and Albert Museum di Londra.
“Pesce – ricorda Vittorio Sgarbi – si è espresso con deliberata incoerenza, usando diversi media. Ai linguaggi tradizionali non poteva non affiancare quelli della moda, della musica, del cinema, delle performance. In questo il suo spirito ha trasferito nel nostro tempo e nelle nostre coordinate gli esempi più alti della tradizione italiana. La sua fantasia si è espressa nelle forme e nei materiali che hanno generato la sedia “Nobody’s perfect”, il “Tavolo uomo rinato”, la “Pulcinella lamp”, il modello originale in legno della poltrona “UP5_6″, e altre opere tridimensionali concepite dagli anni Sessanta a oggi. Una esplosione di colori e creatività che ha prodotto oggetti apparentemente inutili, e invece tutti funzionali”.
L’omaggio a Ferrara
L’ultima opera di Pesce, la scultura Maestà Sofferente, donata alla città di Ferrara, è un monito contro la violenza sulle donne. Un omaggio toccante a un artista che ha sempre combattuto per la libertà e l’uguaglianza. Alta 8 metri e pesante circa 4 tonnellate, è circondata da sei sculture raffiguranti altrettante bestie feroci (leone, alligatore, tigre, iena, cobra, lupo), di circa 4 metri di altezza.
“La creazione di Pesce – che riprende in scala monumentale una delle sue invenzioni più iconiche, la poltrona della serie UP – è stata concepita come una metafora della violenza sulle donne, con le bestie circostanti che rappresentano la crudeltà dell’uomo. In un tempo in cui si registrano numerosi casi di femminicidio nel mondo e in Italia, l’opera esprime un forte messaggio di denuncia. Ora avrà per la città un valore ancora più forte e simbolico, in ricordo e omaggio a questo grande e originale artista” – ha rammentato il sindaco di Ferrara Alan Fabbri.
L’opera era stata inaugurata, non a caso, proprio l’8 marzo 2021, alla presenza oltre che del sindaco Alan Fabbri, del presidente del teatro Comunale Michele Placido e del presidente della Fondazione Ferrara Arte, Vittorio Sgarbi, che al tempo aveva ricordato: “Il Pil non cresce senza la cultura. Ferrara dà il segno di una crescita attraverso l’investimento in cultura ed è, oggi, la prima città d’Italia a onorare la donna. Con la ‘Maestà Sofferente’ del grande Gaetano Pesce ha portato la bellezza in periferia, proprio di fronte alla fiera”.
Dopo l’acquisizione, l’opera è stata inclusa nell’inventario delle collezioni del Servizio Musei d’Arte, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.