ROMA – La direttrice del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, ha illustrato in una conferenza stampa, alcuni dettagli relativi alla scoperta avvenuta nei giorni scorsi all’interno del Foro Romano. Rispetto alle prime notizie apparse si possono riscontrare alcune novità. Non si tratterebbe infatti della tomba di Romolo ma di un cenotafio, ovvero un monumento alla memoria riconducibile al fondatore di Roma.
La direttrice ha annunciato che lo scavo archeologico “riprenderà alla fine di aprile promettendo ancora interessanti novità”. Saranno inoltre pubblicati entro l’anno i dati della campagna di scavo, intrapresa dal 2014 nel Foro, per essere messi a disposizione degli studiosi.
La scoperta dell’ipogeo arriva a distanza di circa un anno dall’avvio degli studi sulla documentazione già prodotta, all’inizio del ‘900, da Giacomo Boni, al quale si devono le più importanti scoperte del Foro romano. Boni, che trovò il vano, lo descrisse minuziosamente nella Rivista Notizie dagli Scavi di Antichità, – ha spiegato Russo – “ma non ne diede nessuna interpretazione”.
L’ambiente scoperto è molto piccolo, presenta una vasca, probabilmente parte di un sarcofago, e un elemento circolare che potrebbe essere presumibilmente un altare. Si tratta di una “stanzetta” che – come ha rilevato l’archeologa Patrizia Fortini, responsabile dello scavo – proprio per la collocazione a poca distanza dal Lapis Niger, doveva avere un’importanza notevole per la storia di Roma. “In poco spazio ci sono reperti che sono strettamente correlati con la storia e la nascita di Roma” – sottolinea Fortini.
E’ in programma, una volta concluse le ricerche, di offrire al pubblico un nuovo percorso di visita del quale farà parte anche il “cenotafio”.