Venezia – Martedì 2 settembre 2025, ore 11.30 | Spazio Incontri, Hotel Excelsior
In occasione della 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Padiglione della Santa Sede presente in laguna in occasione della Biennale di Architettura 2025, partecipa con un evento speciale che mette in dialogo due mondi solo apparentemente distanti: l’architettura e il cinema.
L’incontro, dal titolo “Per un’architettura dello sguardo: Opera Aperta, la Santa Sede alla Biennale di Venezia”, si terrà martedì 2 settembre alle 11.30 presso lo Spazio Incontri dell’Hotel Excelsior, al Lido. Un appuntamento gratuito (su prenotazione) che offrirà una riflessione originale su come l’occhio dell’architetto e quello del regista possano condividere la stessa capacità di costruire senso e visione attraverso lo spazio.
Un evento tra immagini, parole e visioni
Protagonisti dell’incontro saranno i registi francesi Ila Bêka e Louise Lemoine, noti per aver rivoluzionato il racconto dell’architettura contemporanea attraverso il linguaggio cinematografico. Durante l’evento verranno proiettati estratti dei loro documentari, che rappresentano un modo nuovo di osservare lo spazio costruito: non come semplice scenografia, ma come esperienza viva e quotidiana.
Accanto a loro, interverranno personalità di rilievo del panorama culturale e istituzionale:
- Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede
- Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia
- Alberto Barbera, Direttore artistico della Mostra del Cinema
- Giovanna Zabotti e Marina Otero Verzier, curatrici del Padiglione
A moderare la conversazione sarà la giornalista del Corriere della Sera Elisabetta Soglio.
Lo sguardo come atto creativo
Il focus dell’incontro sarà la capacità dello sguardo di diventare strumento critico e poetico. Così come il cinema guida lo spettatore a osservare la realtà da una prospettiva nuova, anche il Padiglione della Santa Sede alla 19. Mostra Internazionale di Architettura invita a guardare oltre le apparenze.
Il progetto architettonico del Padiglione, ospitato nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, utilizza i teli da cantiere – che coprono i lavori di restauro lasciando intravedere solo scorci e frammenti – come metafora della visione parziale e della ricerca di senso. Un invito a rallentare, a non dare nulla per scontato, a scoprire significati nascosti.
È lo stesso gesto che compie un regista quando costruisce l’inquadratura: guidare l’attenzione, svelare o nascondere, suggerire letture multiple.








