ROMA – Mercoledì 28 febbraio, Sapienza Università di Roma dedica una giornata di studio a uno dei siti archeologici più significativi: Arslantepe. Situato nella suggestiva piana di Malatya, tra le montagne dell’Anatolia orientale e a breve distanza dalla riva del fiume Eufrate, Arslantepe è stata al centro di oltre sessant’anni di attività archeologiche condotte dalla Sapienza, in collaborazione con il Kültür Varlıkları ve Müzeler Genel Müdürlüğü della Repubblica di Türkiye.
Il significato di Arslantepe nell’archeologia mondiale
L’appuntamento è l’occasione anche per celebrare l’iscrizione di Arslantepe nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Un riconoscimento che assume un significato ancora più profondo considerati gli eventi tragici che hanno colpito la Türkiye lo scorso anno, causando perdite umane e danni diffusi in tutta l’Anatolia orientale. Tuttavia, grazie all’impegno congiunto del team scientifico della Sapienza, delle autorità locali e della comunità, Arslantepe è stato restaurato e riaperto al pubblico.
L’importanza della ricerca e della cooperazione internazionale
“L’archeologia è sempre stata un punto di forza della nostra università” – afferma con orgoglio la rettrice Antonella Polimeni, sottolineando il ruolo di leadership della Sapienza nel campo della ricerca archeologica internazionale. “Il nostro lavoro a Arslantepe“, continua, “non solo contribuisce alla nostra comprensione del passato umano, ma dimostra anche il potere della cultura nel preservare e valorizzare il patrimonio storico-archeologico dell’umanità, fungendo da ponte per la cooperazione internazionale autentica“.
Francesca Balossi Restelli, direttrice della missione archeologica italiana in Anatolia Orientale, condivide questa visione, evidenziando l’importanza dei legami culturali e umani che si sviluppano attraverso il lavoro sul campo. “Collaborare strettamente con la popolazione locale, condividere le loro gioie e le loro sofferenze, e riportare alla luce insieme le testimonianze del loro passato”, afferma, “trasforma il nostro lavoro in qualcosa di più di una semplice attività scientifica“.
Le ricerche e gli studi ad Arslantepe sono condotti da un gruppo di specialisti internazionale e multidisciplinare – diretto da ben quattro generazioni di archeologi della Sapienza tra cui Marcella Frangipane, che a questo progetto ha dedicato tutta la sua carriera scientifica. Quest’ultima proprio per l’attività degli scavi di Arslantepe ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui quello della National Academy of Sciences, prima donna italiana a riceverlo.
I lavori della giornata saranno aperti alla presenza di figure istituzionali e accademiche provenienti da entrambi i paesi coinvolti. Gli interventi si concentreranno sull’impatto delle scoperte di Arslantepe, sulla nostra comprensione delle società antiche e sulla straordinaria conservazione dei suoi monumenti, risultato di decenni di impegno nella protezione e nella valorizzazione del sito.
La mostra fotografica itinerante
L’evento sarà inaugurato da una mostra fotografica dedicata al palazzo pubblico più antico al mondo, rinvenuto proprio ad Arslantepe e musealizzato dal 2011 grazie ad un progetto di copertura progettato da specialisti italiani.
L’allestimento è frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze dell’antichità e il Dipartimento di Architettura e progetto e in particolare dall’apporto scientifico di Francesca Balossi Restelli, di Marcella Frangipane che l’ha preceduta e ha guidato le ricerche ad Arslantepe per 40 anni, e dai docenti Andrea Grimaldi e Filippo Lambertucci. La mostra è stata concepita come percorso all’interno del palazzo; a terra la planimetria guida verso i diversi spazi che le fotografie illustrano: la sala del trono, i magazzini palatini, il tempio, le armi, gli archivi con le cretulae.