VENEZIA – La Giuria della 60ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, il 20 aprile, ha conferito i premi ufficiali durante una cerimonia che si è svolta in mattinata a Ca’ Giustinian.
Il Leone d’oro per la miglior partecipazione nazionale è stato assegnato all’Australia con il padiglione di Archie Moore, un monumentale albero genealogico disegnato a mano che celebra 65.000 anni di storia indigena.
Trionfano, inoltre, le donne Maori. Il Leone d’oro per il miglior artista è andato, infatti, al collettivo Mataaho, composto da Bridget Reweti, Erena Baker, Sarah Hudson e Terri Te Tau. La loro opera, una luminosa struttura intrecciata di cinghie che attraversa lo spazio espositivo, ha conquistato la giuria per la sua capacità di evocare “una cosmologia e un rifugio” tra tradizione e innovazione.
L’installazione, come sottolineato nella motivazione, rappresenta “una prodezza ingegneristica resa possibile solo dalla forza e dalla creatività collettiva del gruppo“. Le ombre proiettate sulle pareti e sul pavimento rimandano a tecniche ancestrali, aprendo a nuove prospettive di utilizzo.
Riconoscimenti internazionali
Oltre al Leone d’oro a Mataaho, la Biennale ha assegnato i seguenti premi:
- Leone d’argento: alla britannica di origine nigeriana Karimah Ashadu per il video “Machine Boys” e la scultura “Wreath”, che esplorano le tematiche di genere e migrazione.
- Menzione speciale: alla Repubblica del Kosovo per l’installazione di Doruntina Kastrati sul lavoro femminile e alla turca Nil Yalter per il suo “lavoro critico sulle storie di rappresentazione coloniale”.
- Menzione speciale ai partecipanti: all’americano-palestinese Samia Halaby per il dipinto “Black is Beautiful” e all’argentina La Chola Poblete, prima artista queer premiata alla Biennale, per il suo lavoro sulle tematiche identitarie.
Leone d’oro alla carriera
Infine, il Leone d’oro alla carriera è stato assegnato ad Anna Maria Maiolino, artista brasiliana nata in Calabria, conosciuta per le sue opere pittoriche, scultoree e performative; e a Nil Yalter, artista turca nata in Egitto e residente a Parigi, pioniera del femminismo.