CANNES – Niki di Céline Sallette è il primo biopic dedicato alla pionieristica artista franco-americana Niki de Saint Phalle (1935 -2002)
Un intenso ritratto di Niki de Saint Phalle
In questo raffinato lungometraggio, in competizione nella sezione Un Certain Regard, la regista francese racconta dieci anni della vita dell’artista.. La storia inizia negli anni ’50, quando la giovanissima Niki, interpretata da una brillante Charlotte Le Bon, fugge dagli Stati Uniti.
Un passato turbolento e un futuro d’artista
Sposata con lo scrittore americano Harry Mathews, la giovane donna ha una serie di piccoli ruoli nel cinema e contratti da modella. Ama il marito con il quale vive una vita bohémienne, ma gli incubi della sua infanzia la perseguitano. La violenza subita da bambina continua, infatti, a tormentarla da adulta (il padre, un banchiere aristocratico, aveva abusato di lei).
La rinascita attraverso l’arte
A 22 anni finisce in un austero manicomio a Nizza. Sottoposta a dieci cicli di elettroshock è proprio lì che, senza doversi più occupare della famiglia, inizia a comporre collage con foglie e rami trovati nel giardino del manicomio. Il dolore e la depressione si attenuano e, finalmente, riesce a riscattare la propria vita attraverso l’arte.
Una volta uscita dalla clinica, la giovane donna è determinata a diventare un’artista. Si dedica freneticamente al disegno e alla pittura per calmare il caos che agita la sua anima e grazie all’arte sopravvive.
“Ho deciso presto di essere un’eroina. L’importante è che la causa fosse difficile, grande, eccitante” – rammenta l’artista in un’intervista di tanti anni fa. “Probabilmente sarei stata in prigione, o ancora in un ospedale psichiatrico, se l’arte non mi avesse aiutato a tirare fuori tutti i miei sentimenti profondamente aggressivi nei confronti dei miei genitori e della società” ha raccontato. “Avevo una grande rabbia dentro di me“.
E nel film la rabbia “rimbomba” dentro di lei. È sul punto di esplodere. Come esprimerla? Distruggendo le tele con coltelli e dardi, forse. O sparandogli con una pistola, come in Tirs (sparatorie di pittura), le celebri tele realizzate dall’artista nel 1961, su cui si chiude il film.
La sorprendente scelta della regista
La scelta sorprendente di Céline Sallette per il suo primo lungometraggio è proprio quella di non mostrare nessuna delle opere di Niki, dando per scontato, forse, che il pubblico le conosca, o le scoprirà dopo aver visto il film: le grandi e colorate sculture di donne formose, le grandi e colorate Nanas dalle forme opulente, gioiose, assertive e liberate.