FIRENZE – Un traguardo importante è stato raggiunto oggi con la firma di un nuovo accordo di collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-INO) e l’Opificio delle Pietre Dure (OPD). L’accordo rinnova una partnership nata 25 anni fa con l’obiettivo di tutelare il patrimonio culturale italiano attraverso la ricerca e l’innovazione scientifica.
Nato dalla convenzione del 1998, il sodalizio tra CNR-INO e OPD ha dato vita al primo laboratorio scientifico di ricerca in Europa dedicato alla diagnostica dei beni culturali. Un modello unico che ha visto la luce grazie alla sinergia tra il Ministero dei Beni Culturali e il Ministero dell’Università e della Ricerca.
25 anni di successi
In questi 25 anni, restauratori, storici dell’arte, archeologi e ricercatori hanno lavorato fianco a fianco, unendo le loro competenze per lo studio e la conservazione di capolavori inestimabili. Tra i risultati di questa proficua collaborazione, lo sviluppo di prototipi di strumentazione ottica innovativa per la diagnostica non invasiva delle opere d’arte. Un esempio emblematico è lo scanner per riflettografia multispettrale in 32 bande che ha permesso di svelare i segreti di opere di Raffaello, Piero della Francesca, Caravaggio e Leonardo da Vinci.
Un futuro ancora più ambizioso
Il nuovo accordo siglato oggi guarda al futuro con ambizione e lungimiranza. CNR-INO e OPD si propongono di creare un laboratorio integrato di indagini chimiche e fisiche (ottiche e nucleari) dotato di strumentazioni all’avanguardia. Un laboratorio che si pone come riferimento internazionale per lo studio e il restauro del patrimonio culturale.
Un modello di eccellenza
“La forza di questa collaborazione“, sottolinea Emanuela Daffra, soprintendente ad interim dell’OPD, “risiede nella sinergia tra competenze altamente specialistiche applicate a problematiche concrete che emergono quotidianamente nel lavoro di conservazione di beni culturali eterogenei. Un approccio pragmatico e rigoroso che ha contraddistinto il nostro operato e che continuerà a farlo.”
“L’impiego delle tecnologie più avanzate nella tutela dei beni culturali“, aggiunge Francesco Saverio Cataliotti, direttore del CNR-INO, “dimostra come la ricerca e il restauro non siano confinati al passato, ma siano piuttosto la chiave per proiettarci verso il futuro. Siamo orgogliosi di poter continuare a unire le eccellenze fiorentine in questa sfida.”