RAVENNA – Il Classis Ravenna – Museo della Città e del Territorio si arricchisce di due nuove sezioni: Abitare e Pregare a Ravenna.
Sia che si tratti di spazi laici o ecclesiastici, le nuove esposizioni offrono uno sguardo approfondito sul costruire ai tempi antichi, evidenziando le implicazioni sociali legate a questa pratica.
Grazie ai reperti provenienti da decenni di scavi archeologici, oggi possiamo esaminare da vicino le caratteristiche delle costruzioni residenziali ed ecclesiastiche durante il momento di massimo splendore della storia ravennate.
“La costruzione è l’arte di fare un insieme significativo di molte parti” – Così l’architetto Peter Zumthor, definiva il costruire nel suo libro Pensare Architettura (1998). Una affermazione che trova riscontro nel racconto delle nuove sezioni del Museo Classis.
I 150 metri quadrati di mosaici inediti, suddivisi nelle due sezioni veicolano significati profondi che vanno oltre l’individuo, coinvolgendo intere comunità.

Pregare a Ravenna: le basiliche antiche
La sezione Pregare a Ravenna ci proietta nell’epoca tardoantica, in un territorio segnato da numerose chiese e basiliche che definivano il panorama cittadino.
La costruzione di edifici religiosi inizia nel V secolo, con chiese come Santa Croce, San Giovanni Evangelista e la maestosa basilica di San Vitale, voluta dall’imperatore Giustiniano nel VI secolo.
Il centro di Classe assume un ruolo fondamentale nella religiosità locale, come testimonia la sezione dedicata. Basiliche oggi perdute, come la Petriana, emergono grazie a ricerche archeologiche, mentre Sant’Apollinare in Classe e la basilica di San Severo ci introducono alle ricche tradizioni iconografiche e ideologiche di quei tempi. I mosaici provenienti da queste basiliche, esposti per la prima volta, rivelano legami culturali con il Nord Africa, sottolineando l’importanza di Ravenna nell’ambito storico e artistico.

Classis Ravenna – Museo della Città e del Territorio: uno scorcio dell’allestimento della sezione Abitare a Ravenna. A parete il mosaico pavimentale proveniente dall’impianto termale, con emblema raffigurante il Buon Pastore. IV secolo d. C., Ravenna, via Massimo d’Azeglio 47. In primo piano il pavimento a mosaico geometrico proveniente dall’atrio della Domus con soglia a racemi. II secolo d. C. Ravenna, via Massimo D’Azeglio 47
Abitare a Ravenna: le concezioni di residenzialità
La sezione Abitare a Ravenna ci guida attraverso un ampio periodo che va dal I al V secolo d.C., esplorando le diverse concezioni della residenzialità. Mosaici provenienti da abitazioni della prima epoca imperiale romana, come quelli della domus ravennate del Triclinio o della Domus dei Tappeti di Pietra, svelano aspetti della vita quotidiana e della sua fine tragica causata da un incendio.
Esposto a parete è allestito il grande pavimento in cui è inserito l’emblema del cosiddetto Buon Pastore, visibile per la prima volta nella sua pavimentazione originale, che offre una visione delle rappresentazioni simboliche che i proprietari di case desideravano trasmettere ai propri ospiti attraverso le figure rappresentate negli emblemata.
Il mosaico di Achille, proveniente dalla domus faentina di via Dogana, collega invece Ravenna e Faenza nel V secolo d.C., evidenziando un momento storico di grande rilievo politico ed economico per entrambe le città.

Un museo come portale storico
Con questi nuovi capitoli, il Museo Classis si presenta come un magnifico portale di ingresso alla storia di Ravenna. Oltre a essere una tappa essenziale per comprendere il passato della città, il museo diventa un fondamentale punto di partenza per esplorare anche altri siti museali e archeologici presenti nel territorio.