FIRENZE – Il patrimonio artistico dell’Inps si svela all’interno delle sue sedi in Toscana, aprendo le porte al pubblico e invitandolo a un affascinante viaggio tra bellezza e storia. Protagonista di questa iniziativa è Palazzo Pazzi, situato in via del Proconsolo a Firenze, un edificio rinascimentale conosciuto anche come Palazzo della congiura.
Eccellenze patrimoniali
L’evento, dal titolo “Eccellenze patrimoniali”, si è svolto al palazzo e ha visto la presentazione di un documentario e di un volume intitolato “20 opere per 20 regioni”, dedicato al ricco patrimonio artistico dell’Inps in tutta Italia.
“Partiamo con questo evento, un convegno diviso in due sessioni in cui raccontiamo la storia di palazzo Pazzi e di Firenze nell’epoca della sua costruzione e poi illustriamo e raccontiamo alcune opere d’arte che sono dislocate in tutta la Toscana nelle nostre sedi – ha spiegato il direttore regionale di Inps Maurizio Emanuele Pizzicaroli – lo facciamo con degli esperti, storici d’arte. Speriamo che questo sia solo un primo passo, vorremmo infatti dedicare giornate apposite anche a scolaresche e comunque a visite da parte della cittadinanza”.
Fra i relatori, Claudio Paolini direttore scientifico della fondazione Roberto Longhi intervenuta sulla Firenze delle origini, Angela Orlandi docente di Storia Economica dell’Unifi che ha parlato dell’economia della Firenze rinascimentale, l’architetto della soprintendenza Hosea Scelza che si è soffermata proprio sul gioiello architettonico di palazzo Pazzi, Cristina Acidini presidente dell’accademia delle Arti e del disegno di Firenze.
Al centro del volume ci sono i capolavori toscani, tra cui paesaggi di Bresciani e Caponi, vedute della campagna lucchese di Niccolò Codino e il buttero maremmano di Tolomeo Faccendi. Opere che raccontano la storia e la bellezza di una regione unica al mondo.
Palazzo Pazzi: un gioiello rinascimentale da riscoprire
L’Inps intende valorizzare il patrimonio storico e architettonico delle sue sedi, a partire da Palazzo Pazzi. Acquisito dall’ente nel 1931, in via del Proconsolo, l’edificio è un pezzo ben visibile e riconoscibile, tuttavia non è così conosciuto a causa di una sorta di damnatio memoriae che colpì la famiglia d’origine. La causa? Una congiura fallita nel 1478 contro lo strapotere della famiglia Medici.
Con l’appuntamento a palazzo della famiglia Pazzi, ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, “l’Inps ci fa riscoprire anche un momento importante della vita del Rinascimento, e oggi riabilita il senso di un palazzo storico che fu il primo centro di Firenze a metà del 1200“.
Un impegno per la cultura
Proprio sul rapporto fra Inps e arte in Toscana Pizzicaroli ha aggiunto: “Come ente pubblico, anche se siamo un ente di welfare e agiamo sul fronte dello sviluppo sociale ed economico, abbiamo il dovere di agire su aspetti di crescita civile e culturale. Mettere quindi a disposizione del pubblico il nostro patrimonio artistico è un’operazione importante. Poi Palazzo Pazzi rappresenta la storia di Firenze oltre che d’Italia visto che la congiura che è stata orchestrata dai proprietari di questo edificio ha segnato la storia della città, ma anche di tutto il Rinascimento italiano“.
L’apertura del patrimonio artistico dell’Inps al pubblico è un segno tangibile dell’impegno dell’ente per la cultura e la crescita civile. Come ha affermato Giani, si tratta di un atto di “mecenatismo moderno” che permette di “fruire ai cittadini di un patrimonio artistico di grande valore“.