VENEZIA – Il Sultanato dell’Oman torna alla Biennale di Venezia per la seconda volta, con una mostra intitolata “Malath-Haven” all’interno dei Giardini e dell’Arsenale. Curata da Alia Al Farsi, presenta opere di cinque artisti omaniti contemporanei: Alia Al Farsi, Ali Al Jabri, Essa Al Mufarji, Sarah Al Olaqi e Adham Al Farsi.
Ispirandosi al concetto di “malath” (porto in arabo), la mostra invita i visitatori a intraprendere un viaggio metaforico e artistico, esplorando i temi dell’eredità multiculturale, dell’identità, dell’appartenenza e della diaspora. Attraverso diverse espressioni artistiche, le opere riflettono sulla profonda storia di accoglienza e rifugio dell’Oman, celebrando la ricchezza degli scambi culturali e la forza delle connessioni umane.
“La partecipazione del Sultanato dell’Oman all’Esposizione Internazionale d’Arte – dichiara Sua Eccellenza Sayyid Saeed Al Busaidi, Commissario, Sottosegretario per il Ministero della Cultura, dello Sport e della Gioventù – riveste un’importanza significativa all’interno del quadro del dialogo interculturale e della diversità dell’interazione umana. In quanto piattaforma riconosciuta per la celebrazione dell’espressione artistica globale, la Biennale Arte offre all’Oman un’opportunità unica per mostrare il suo ricco patrimonio culturale e la sua innovazione artistica in un contesto internazionale. Attraverso la sua partecipazione, l’Oman contribuisce a promuovere la comprensione e l’apprezzamento interculturali, favorire il dialogo tra società diverse e sottolineare l’interconnessione dell’umanità attraverso il linguaggio universale dell’arte. Questo impegno non solo evidenzia il forte impegno dell’Oman nello scambio culturale, ma rafforza anche i legami di cooperazione e rispetto reciproco tra le nazioni, arricchendo ulteriormente il paesaggio culturale globale.”
Gli artisti e le loro opere
Alia Al Farsi: “Infinite Bonds”: un’installazione tessile che simboleggia la forza e la persistenza dei legami tra le donne omanite.
Ali Al Jabri: “5”: una serie di sculture in pietra che rivelano dettagli nascosti al loro interno, invitando a una riflessione sul ciclo della vita e sulla trasformazione.
Essa Al Mufarji: “Common Land”: un’installazione a forma di cilindro con calligrafia araba che esplora i temi universali dell’appartenenza e dell’estraneità.
Sarah Al Olaqi: “Spoonful of Tradition”: un’installazione che celebra il patrimonio culinario dell’Oman e il potere dell’arte di elevare gli oggetti di uso quotidiano.
Adham Al Farsi: “In Search for Home”: un’installazione video che racconta il viaggio di una tartaruga marina, come metafora della ricerca di casa e dell’appartenenza.
“I quattro artisti selezionati che rappresentano il Sultanato dell’Oman alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia – afferma Alia Al Farsi, Curatrice del Padiglione – hanno ciascuno apportato contributi degni di nota e lodevoli alle loro comunità, rivitalizzando efficacemente la scena artistica contemporanea dell’Oman durante le loro carriere. Il loro impatto si estende oltre i loro sforzi artistici, servendo da ispirazione per le nuove generazioni di artisti.“