VENEZIA – La Biennale di Venezia ha ottenuto la certificazione di “carbon neutrality” in tutte e cinque le rassegne organizzate dall’istituzione nel corso del 2022, compresa la 59esima Esposizione Internazionale d’Arte, dal titolo “Il latte dei sogni“, curata da Cecilia Alemani.
La Biennale spera, dunque, di trasformare la città di Venezia in un esempio globale di come i grandi eventi artistici possano ridurre significativamente le loro “impronte” di carbonio.
In un’intervista rilasciata a “The Art Newspaper”, il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, spiega: “Venezia è diventata un simbolo di fragilità ambientale e uno dei principali esempi delle sfide che il mondo dovrà affrontare se non adotterà misure per combattere il cambiamento climatico. Il raggiungimento della carbon neutrality ha trasformato la Biennale, esattamente come accade per i suoi eventi artistici, in un laboratorio a disposizione del mondo intero”.
Tra le misure adottate dalla Biennale c’è il passaggio a fonti rinnovabili al 100% con zero emissioni di CO2, il riciclo di materiali espositivi come i tessuti, l’utilizzo di autobus elettrici e barche a energia ibrida per il trasporto dei visitatori, l’impiego di carrelli e muletti elettrici per la realizzazione degli allestimenti, l’utilizzo di prodotti di provenienza locale per i servizi di ristorazione e l’impegno a riutilizzare gli elementi strutturali degli allestimenti della Mostra d’Arte nella Mostra di Architettura del 2023.
Lo status di carbon neutrality era stato precedentemente assegnato alla Mostra del Cinema di Venezia solo nel 2021. Mentre ora la Biennale, sul suo sito web, ha un elenco di comportamenti suggeriti anche ai visitatori per ridurre la propria impronta di carbonio. “Continueremo a diffondere informazioni sui cambiamenti che la Biennale sta apportando e sulle buone pratiche che i visitatori possono realizzare direttamente” – ha rimarcato Cicutto.
L’organizzazione promette di continuare a ridurre le emissioni reali in tutte le Mostre e, in questo anno nuovo, misurerà per la prima volta l’impatto delle emissioni di carbonio della Biennale di Architettura.
“Per il 2023 – ha aggiunto Cicutto – le risorse disponibili sono le stesse del 2022. Tutti i settori e le attività artistiche saranno coinvolti nello studio e nell’analisi della riduzione dell’impatto di carbonio e delle sue manifestazioni“.
Anche altre importanti fiere e mostre d’arte si stanno muovendo in questo senso, proprio per ridurre il proprio impatto sull’ambiente: sia Frieze che Art Basel – membri della Gallery Climate Coalition- hanno recentemente assunto una serie di impegni, tra cui quello di ridurre le emissioni reali di almeno il 50% entro il 2030 e di arrivare a zero rifiuti entro lo stesso anno.