ROMA – Antonio Donghi. La magia del silenzio è l’attesa retrospettiva, a cura di Fabio Benzi, ospitata dal 9 febbraio al 26 maggio 2024 a Palazzo Merulana a Roma.
L’arte di Antonio Donghi
Nato a Roma nel 1897, Antonio Donghi è stato un pittore schivo e introverso, ma la sua produzione artistica ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte. Le sue opere, caratterizzate da una realtà chiara, gentile, ma ambigua, hanno affascinato critici e appassionati in tutto il mondo, proiettando l’artista nell’avanguardia europea del XX secolo.
Il percorso espositivo
La mostra presenta 34 capolavori provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, che restituiscono una panoramica completa del percorso artistico di Donghi. Attraverso paesaggi, nature morte, ritratti, viene esplorato l’intero spettro della sua produzione, inclusi i personaggi del circo e dell’avanspettacolo che tanto hanno caratterizzato il suo lavoro.
La metamorfosi artistica di Donghi
Uno degli aspetti più intriganti dell’opera di Donghi è stata la sua rapida trasformazione artistica tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923. Da uno stile basato su una tradizionale pittura ottocentesca, Donghi si è proiettato verso un Realismo magico, influenzato dall’arte di Umberto Oppi e dall’atmosfera della Galleria Bragaglia a Roma.
“Le opere di Oppi – spiega il curatore – con i personaggi immobilizzati in un’atmosfera senz’aria, i paesaggi costruiti da edifici geometrici sovrapposti nella loro volumetria come negli affreschi giotteschi, il disegno nitido e affilato, le espressioni interrogative e penetranti, l’aria di realismo magico al limite della “Nuova Oggettività” tedesca devono essere state il vero precedente saliente e l’ispirazione scatenante per Donghi. Ma la folgorazione di Donghi non fu passiva. Al glamour rarefatto di Oppi, egli preferì una popolarità nostrana, quasiromanesca, che spogliava la igurazione dai preziosismi e la adattava a pollarole, lavandaie, donne del popolo, cacciatori e teatranti dell’avanspettacolo”.
La romanità gentile
Donghi rappresenta una romanità popolare ed elegante, che riflette i tempi lenti della Città Eterna. La mostra consente una riflessione approfondita su questo tema, esplorando come Donghi abbia interpretato e raccontato la vita quotidiana della Roma del suo tempo attraverso una narrazione gentile e affascinante.
Una mostra inclusiva
La mostra si impegna a rendere l’arte accessibile a tutti. Grazie al finanziamento del Ministero della Cultura, Palazzo Merulana ha realizzato il progetto OPEN MERULANA, trasformando il museo in un “Museo Gentile” accessibile a tutti.
Attraverso istallazioni artistiche interattive e un’applicazione dedicata, le opere prendono vita in un’esperienza coinvolgente che integra intelligenza naturale e artificiale. L’accessibilità è garantita anche grazie all’interpretazione in Lingua Italiana dei Segni (LIS). Finanziato anche da UniCredit tramite il progetto “Carta Etica“, che include otto opere animate, tra cui Le Lavandaie e Gita in barca di Antonio Donghi e Primo Carnera di Giacomo Balla.
Vademecum
La mostra è inclusa nel biglietto di ingresso di Palazzo Merulana, che comprende anche la visita alla Collezione Cerasi. È aperta al pubblico dal mercoledì alla domenica, dalle 12:00 alle 20:00. Sono disponibili diversi tipi di biglietti, tra cui tariffe ridotte per giovani, adulti over 65, insegnanti e possessori di determinate carte.
Per ulteriori informazioni e dettagli sui biglietti, si prega di visitare il sito web.