BRUXELLES – Dal 14 maggio al 31 luglio 2024, l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles ospita una rassegna dedicata all’arte triestina al femminile del Novecento, un periodo ricco di fermento creativo e di innovazione artistica.
Intitolata L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo, ideata e curata da Marianna Accerboni, la mostra presenta circa 130 opere tra dipinti, disegni, bozzetti teatrali, sculture, ceramiche, fotografie, lettere, documenti, libri, abiti, accessori, profumi e gioielli.
L’arte triestina al femminile: cinque artiste emblematiche
Protagoniste di questa rassegna d’eccezione sono cinque artiste triestine che hanno lasciato un segno indelebile nel panorama artistico del Novecento: Leonor Fini, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e Miela Reina. Donne talentuose e innovative che hanno saputo reinterpretare i linguaggi artistici del loro tempo con originalità e personalità, contribuendo all’avanguardia italiana ed europea.
Leonor Fini (Buenos Aires 1907 – Parigi 1996), autodidatta, indipendente, molto colta, originale, misteriosa, poliedrica ed esoterica, fu autrice fin da giovanissima di ritratti d’eccezione. Voce solista del Surrealismo francese e internazionale, che seppe originalmente modulare attraverso varie tematiche, si formò nel contesto dell’eccezionale milieu multietnico e multiculturale della Trieste del primo ‘900, a stretto contatto con personalità quali Umberto Saba, Italo Svevo, Bobi Bazlen, Gillo Dorfles, Leo Castelli, Arturo Nathan, e a Milano, dove assimilò l’influenza novecentista a contatto con il classicismo di Achille Funi e il tonalismo di Carlo Carrà e Arturo Tosi. Linguaggio che abbandonò per il Surrealismo, quando nel 1931 si trasferì a Parigi, dove intraprese, da autentica self made women, una brillante carriera artistica internazionale, che la portò a esporre in sedi di grande prestigio.
Maria Lupieri (Trieste 1901 – Roma 1961), infaticabile sperimentatrice, dagli interessi esoterici, colse gli afflati del suo tempo, tra cui il Surrealismo e la pittura organica, capace di transitare da un’intensa rappresentazione narrativa, condotta sul filo dell’Espressionismo figurativo, a esiti astratti e informali. Formatasi nell’elevato milieu artistico culturale della Trieste del primo ‘900, fu in contatto con Gabriele D’Annunzio e amica, tra gli altri, fin da giovanissima di Eugenio Montale, Carlo Levi, Umberto Saba e la figlia Linuccia, Arturo Nathan, Leonor Fini, Anita Pittoni, Virgilio Giotti, Gillo Dorfles e poi di Maria Pospisilova, pittrice surrealista cecoslovacca, rivelatasi molto importante per la sua formazione.
Maria Melan (Gorizia 1923 – Bruxelles 2023), artista poliedrica, si è cimentata in diverse discipline artistiche, dalla pittura all’architettura. Laureata in Architettura a Venezia, fu per anni collaboratrice del grande architetto Carlo Scarpa. Vicina alla poetica di Bruno Munari e Riccardo Dalisi, fu cofondatrice del Gruppo Immagine e del MiniMu – Museo dei Bambini di Trieste. I suoi lavori testimoniano una grande freschezza d’inventiva, un modo armonico ed equilibrato di tener conto del pensiero delle avanguardie del Novecento.
Anita Pittoni (Trieste 1901 – 1982), stilista, costumista teatrale, pittrice, poetessa, scrittrice ed editrice triestina, ha sviluppato uno stile personale. Lavorò, tra gli altri, per il regista Anton Giulio Bragaglia e, apprezzata da Gio Ponti, scrisse su Domus. Espose a Parigi, Berlino, Buenos Aires e New York, Medaglia d’oro nel 1936 alla Triennale di Milano, e nel ’37 Gran Prix all’Esposizione universale di Parigi.
Miela Reina (Trieste 1935 – Udine 1972), pittrice, grafica e scenografa, fu molto apprezzata da Gillo Dorfles e una delle personalità più importanti e significative dell’arte triestina del secondo Novecento. Punta di diamante, coraggiosa e sorprendente, dell’avanguardia triestina, attenta anche ai venti culturali dell’Est, partecipò più volte alla Biennale Musica di Zagabria. Qui creò insieme al musicista Carlo de Incontrera una serie di lavori teatrali, dove, nel momento stesso dell’accadimento musicale, inventava in diretta sul palcoscenico fatti visivi particolarmente affascinanti.
Un viaggio nella creatività femminile
Ogni sezione della mostra è dedicata a un’artista, permettendo di approfondire la sua storia, la sua poetica e il suo percorso creativo. Attraverso le opere esposte, i visitatori potranno immergersi nell’atmosfera della Trieste del Novecento, una città cosmopolita e aperta alle nuove tendenze artistiche, che ha favorito l’emergere di un talento femminile unico e originale.
Le caratteristiche socioculturali delle donne triestine – spiega la curatrice Marianna Accerboni -, che risultano uniche in Italia per un intrecciarsi di fattori storici, sociali e politici complessi e particolari, legati alla plurisecolare centralità nel contesto europeo e alla multiculturalità di Trieste, hanno determinato la creatività e le scelte artistiche innovatrici di queste artiste, proiettando verso un’avanguardia europea, secondo un percorso unico nell’arte italiana. Questa mostra propone dunque un quadro inatteso dell’avanguardia artistica femminile triestina dell’epoca, che si poseal pari con la più spiccata avanguardia europea e internazionale, e sarà accompagnata da vari eventi collaterali in tema.
Vademecum
Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles – Rue de Livourne 38 – 1000 Bruxelles, Belgio
QUANDO: 14 maggio / 31 luglio 2024
ORARIO: 9.30 – 13.00 e 14.00 – 17.00 / sabato e domenica chiuso
A CURA DI: Marianna Accerboni
COSTO BIGLIETTO: ingresso libero
INFO: tel +32 (0)2 533 2720