ROMA – Colonne Infinite è l’imponente installazione dello scultore coreano Park Eun Sun, ospitata nel cuore di Roma dall’11 giugno al 30 settembre 2024. Cinque opere monumentali, alte fino a 14 metri, si innalzano tra il Parco Archeologico del Colosseo, Piazza Bocca della Verità e il Septizodium, in un suggestivo dialogo tra antico e contemporaneo, Oriente e Occidente.
Omaggio al 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea
La mostra, curata da Leonardo Contini, è stata ideata in occasione del 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea, ed è un invito a riflettere sul tema dell’infinito, espresso attraverso la forma archetipica della colonna. Le sculture di Park Eun Sun, realizzate in marmi e graniti policromi, si inseriscono con armonia nel tessuto storico della città, confrontandosi con i resti archeologici e creando un nuovo paesaggio urbano.
Un viaggio tra culture e tradizioni
Colonne infinite si sviluppa ai vertici di un triangolo ideale che collega il Tempio di Venere, la piazza della Bocca della Verità e l’area antistante l’antico Septizodium. Le colonne in marmi e graniti policromi di Park si ergono con intenzioni diverse in ciascuno di questi luoghi.
Nel contesto del Parco Archeologico del Colosseo due opere in granito rosso e nero propongono una ‘poetica delle assenze’ atta ad attirare lo sguardo laddove adesso permane il vuoto, pregno di significato storico ed artistico, di ciò che il tempo e la storia hanno abbattuto. Le colonne di Park quindi proseguono idealmente il peristilio del Tempio di Venere, che si ergeva innanzi al Colosseo.
Nel contesto della piazza della Bocca della Verità, una singola opera di quattordici metri svetta nel Foro Boario quasi come un campanile tra i Templi di Ercole Vincitore e di Portuno, ponendosi in dialogo con due ‘sorelle maggiori’ che ancora permangono nella città: la colonna Traiana e Aurelia e forse prendendo idealmente il posto della colonna di Antonino Pio, i cui resti sono stati rinvenuti nel XVIII sec – anche se questa si ergeva nel Capo Marzio e non nel Foro Boario.
Infine due colonne di oltre sei metri si ergono ai piedi del luogo dove anticamente sorgeva il Septizodium, un monumentale ninfeo di età imperiale. Le due opere si affacciano sul Circo Massimo, luogo di altrettanta importanza storica e che vibra ancora della vita sociale e culturale della città , con l’intenzione di creare un’associazione positiva rispetto a un contesto che per i fruitori rappresenta un luogo di condivisione e complicità, che si spera venga arricchito della presenza delle opere.
L’esposizione delle opere monumentali di Park Eun Sun a Roma infatti unisce idealmente Italia e Corea del Sud, proponendo una “archeologia” che indaga non solo il tempo ma anche lo spazio e l’evoluzione dell’arte nei secoli.
Park Eun Sun
Park Eun Sun è nato in Corea del Sud nel 1965 e vive e lavora tra Italia e Corea. Le sue opere si distinguono per la fusione di elementi orientali e occidentali, e per l’utilizzo di materiali pregiati come il marmo e il granito. Le sue sculture sono spesso caratterizzate da profonde fratture, che simboleggiano la sofferenza ma anche la rinascita.