MESSINA – Sabato 16 aprile 2016, si sono chiusi i cancelli di Villa Piccolo, un gioiello artistico tra i più importanti di Capo d’Orlando, in provincia di Messina. Il monumento, gestito dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, ha chiuso i battenti per un cavillo burocratico, diciamo “sorprendente” . La Fondazione, che si prodiga da tempo per promuovere eventi culturali per valorizzare la cultura siciliana, avrebbe dovuto ricevere dalla Regione Sicilia circa 180mila euro, derivanti dalla rendicontazione di una mostra a Taormina, con i quadri di Casimiro Piccolo, uno dei tre figli dei baroni Piccolo, proprietari negli anni venti della villa. Questi soldi però non sono stati consegnati alla Fondazione per una difformità amministrativa di ben 50 centesimi. Non è uno scherzo.
Per questo “intoppo burocratico” la Fondazione, nata nel 1971, grazie al testamento di Casimiro Piccolo, che aveva lo scopo di evitare che questo patrimonio artistico fosse perduto, non ha potuto ricevere i soldi spettanti e ha dovuto chiudere. Certo la decisione ha fatto storcere il naso alla comunità, perché la Fondazione rappresenta un centro importante dal punto di vista culturale e artistico, senza dimenticare che qui vennero scritte alcune pagine del romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che spesso vi soggiornò in quanto parente dei Piccolo.
Così è stata inviata dal Cda della Fondazione una lettera all’assessore regionale ai Beni Culturali, Carlo Vermiglio. La lettera spiega come scopo della Fondazione sia l’offerta di progettualità. “Abbiamo scritto e detto in ogni sede che non cerchiamo denari ma offriamo opportunità”. Dice la lettera, che prosegue, spiegando: “Come potrà constatare produciamo cultura, anche quando protestiamo tanto vibratamente. La Fondazione Piccolo, nel suo stile, alle sterili proteste preferisce esporre le proprie progettualità. Ci permettiamo di invitarLa a Villa Piccolo e capirà cosa diciamo e facciamo per la nostra Sicilia. E continua: “I soldi sono stati incassati dalla Regione grazie a una mostra da noi organizzata. Al suo assessorato è arrivata solo l’eco delle nostre proteste ma non il contenuto delle nostre proposte. Noi pretendiamo rispetto”. “Abbiamo inviato numerose missive a proposito, tutte regolarmente rimaste senza riscontro. Si faccia dare il carteggio dai suoi solerti funzionari o, se lo ritiene, glielo possiamo fare avere noi. Solo dopo che sarà sciolto questo nodo – conclude la lettera – potremo decidere tutti insieme il futuro per la ”Casa del Gattopardo”, per quella Villa Piccolo che vuole continuare a rappresentare un faro di civiltà, bellezza, cultura e legalità per la nostra Sicilia”.