ROMA – Milioni di pianeti rivelati dalle mie genti ma nessuno come la Terra che regali storie così avvincenti e poetiche, avventure umane di pura utopia che, ad un certo punto, creano professione, carriera, successo, memoria. Lo dissi subito ai miei superiori che l’arte contemporanea era un punto d’osservazione privilegiato delle fantasmagorie umane: e proprio per questo decisi nel 1970 di scendere tra voi, crescere tra umani terrestri con l’obiettivo adulto di raccontare, criticare e curare l’arte visiva nei suoi molteplici spazi d’azione.
ABILITY TO DREAM è un titolo che potrebbe racchiudere il genere umano creativo in una singola frase. Oggi è stato scelto per titolare un documentario con una delle vostre belle fantasmagorie terrestri: un rito speciale di passaggio dal piccolo al grande, dalla provincia di un sito antico al mondo high-tech dei tragitti globali, dalla Toscana di San Gimignano ai musei che mappano il circuito mondiale della cultura. La galleria dietro il titolo si chiama CONTINUA, un nome che tanto mi ricorda una galassia, garanzia d’ampiezza in avanti tra sguardi veggenti e opere che sembrano esercizi di utopia praticabile, luogo fisico per input cognitivi che amplificano le ragioni del desiderio estetico, della narrazione circolare, dei concetti ancora ragguardevoli.

Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo: triade laica e toscanissima che rinforza le valenze simboliche del numero tre, geometria umana che triangola ciò che potremmo definire Metodo Continua, ovvero, un approccio che dal 1990 ha cambiato le regole sul tavolo rigido delle gallerie private, ribaltando le relazioni tra riflessione e divertimento, privilegiando il gioco in forma aristotelica, partendo dal lusso del rito conviviale, dalla pratica del paesaggio inclusivo, dai temi flessuosi dell’empatia oltre la pura vendita.
Arte all’Arte fu il loro certificato di primo ingaggio, l’acceleratore di particelle giovanili, un progetto diffuso che inserì grandi nomi del contemporaneo nei luoghi storici di una Toscana sinuosamente armoniosa. Giovanni Anselmo, Daniel Buren, Anish Kapoor, Giulio Paolini, Antony Gormley, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio e molti altri per un impianto della scultura oltre il canone museale, geografia del concetto astrale nel metodo urbanistico del metodo italiano. Un gancio esemplare tra il locale che diventa universale e il mondo che si lascia rapire dalla sublime collina senese, dalle torri in pietra che anticipano il futuro d’acciaio, dai vini balsamici che aprono le danze, dai blu delle piscine verso l’orizzonte da sballo anglosassone.
La scelta del vecchio cinema di San Gimignano fu il secondo certificato d’ingaggio, un luogo non canonico che divenne il cannone mediatico del loro organigramma culturale. Qui dentro gli allestimenti dal criterio museale sono passati allo status di architetture immersive, eventi d’invenzione estetica per raccordare l’utopia al praticabile, il sogno agli occhi aperti, lo spiazzamento al rito del quotidiano.
Nel 2004 i tre “moschettieri” toscani hanno colto il valore della Cina come nuova piattaforma mercantile, aprendo una sede a Beijing. Nel 2007 hanno inaugurato uno spazio a Les Moulins, sfruttando la campagna parigina per un altro laboratorio da grandi volumi praticabili. Nel 2015 hanno lanciato il progetto cubano a La Habana, portando dentro un cinema abbandonato le loro idee “rivoluzionarie” in un Paese che ben conosce la forma sociale della rivoluzione. Nel 2020 hanno lanciato una galleria al St. Regis di Roma, creando una capsula permanente dentro un albergo con molta coolness. Sempre nel 2020 hanno aperto a São Paulo in Brasile e poi uno spazio a Parigi, oltre ad una galleria nell’iconico Burj Al Arab Jumeirah di Dubai.
I loro stand ad Art Basel e nelle altre fiere internazionali rappresentano, da sempre, l’apertura di un gioco appena inventato, un paradiso dello spiazzamento scenografico, lo schema libero di opere crociate dove lo spettatore è la risposta mentre l’opera cuce mille domande nel caleidoscopio dei linguaggi visivi.
Soprattutto, sono gli artisti il vero trampolino metafisico del loro sguardo d’insieme. Scelgono autori di larga fama e giovani di larga ambizione, figure che provengono da molteplici luoghi del Pianeta, mantenendo con ognuno relazioni in forma privilegiata, cercando di costruire percorsi e non soltanto progetti. Con Anish Kapoor, Chen Zhen (purtroppo deceduto), Daniel Buren, Carlos Garaicoa, Antony Gormley, Berlinde De Bruyckere, Carsten Höller, Pascale Marthine Tayou, JR, Nari Ward (e molti altri che potete scoprire nel loro sito galleriacontinua.com) sono nati viaggi in forma vivibile e sensoriale, costruzioni dove il fantastico cattura il dionisiaco e riformula le nature magiche del mondo.

Il nostro trio denota un particolare interesse per le molteplicità della Terra, per gli accordi linguistici, per i movimenti armonici, per l’entropia di un esperanto estetico che superi il conflitto e la caduta. Eppure vedo anche un approccio da allenamento alieno, come se i tre si preparassero alla loro prima galleria su suolo marziano, magari in collaborazione con Elon Musk. Se accadrà di certo si tratterà di uno spazio non semplice da raggiungere ma gigantesco, destinato ad opere di proporzioni mai viste sulla Terra. Per coloro che verranno al futuro opening sul Pianeta Rosso, aspettatevi qualche incontro ravvicinato del terzo tipo (come vedete torna spesso il numero tre).