MANTOVA – Un’inedita sezione espositiva arricchisce il percorso di visita di Palazzo Ducale a Mantova. La Sala del Pisanello in Corte Vecchia ospita ora una selezione di armi e armature medievali e rinascimentali, restaurate per l’occasione e messe in dialogo con i dipinti murali del pittore veronese.
Un confronto affascinante tra arte e storia
Spade, lance, armature e altri oggetti di indubbia suggestione evocano il mondo cavalleresco immortalato da Pisanello nel suo ciclo pittorico. I visitatori possono ammirare da vicino questi manufatti, immaginandoli impugnati dai protagonisti del Torneo affrescato sulle pareti della sala. Per dirla con le parole del poeta e umanista quattrocentesco Guarino Veronese, «ci sembra di sentire il nitrito del cavallo in battaglia, di tremare al suono delle trombe».

Un allestimento ecosostenibile
Le armi sono esposte all’interno di un elemento progettato per la mostra dedicata a Pisanello nel 2022, riutilizzando materiali in continuità con il riallestimento della sala. Una scelta ecologica per ridurre l’impatto ambientale dell’allestimento.
Un opuscolo informativo
Scritto da Giulia Marocchi e Simone Sestito, con una introduzione del direttore di Palazzo Ducale Stefano L’Occaso, l’opuscolo approfondisce i pezzi esposti e le scelte espositive. È disponibile gratuitamente in formato cartaceo o digitale.

Un viaggio nel tempo dal XIII al XVI secolo
L’esposizione di armi abbraccia un arco temporale di oltre tre secoli, con una prevalenza di opere databili al Trecento e al Quattrocento. Si tratta di un nucleo di opere selezionate per il loro valore storico e tipologico, in relazione all’epoca di realizzazione del ciclo del Torneo.

Nuove ricerche per arricchire la conoscenza del patrimonio
La provenienza degli oggetti era nota, ma le ricerche condotte negli archivi di Palazzo Ducale hanno permesso di precisare o scoprire nuovi elementi, arricchendo la conoscenza di questa sezione del patrimonio museale.
Alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso un radicale lavoro di ricognizione e riordino scientifico della sezione archeologica del Museo fu affidato alle cure di Anna Maria Tamassia. In questo processo, due armi, una daga e una spada di stile basilardo, originariamente catalogate come gallo-romane, furono riconosciute come risalenti al Tre-Quattrocento, provenienti dalla Svizzera.