MANTOVA – La rassegna è un omaggio di Arienti alla sua città e all’arte mantovana del ‘900. È l’artista stesso a spiegare: “Il progetto nasce dalla suggestione delle antiche quadrerie che diventano il punto di partenza per un’unica grande installazione artistica. I quadri appesi alle pareti sono tessere di un gioco che prolifera sui muri in forme che crescono e mutano, costruendo una sorta di pittura murale fatta di quadri e cornici”.
Sono 147 i disegni e le sculture di artisti della Collezione di Palazzo Te che nel loro insieme ripercorrono il profilo dell’arte mantovana a partire dalla fine dell’Ottocento ad oggi.
Il patrimonio comunale esposto oggi prende corpo in oltre settanta anni di donazioni fatte da artisti, famigliari ed eredi degli artisti, enti pubblici. Col tempo queste opere hanno dato forma alla collezione la cui genesi è dovuta all’aspirazione di avere una galleria permanente d’arte moderna della città.
Il primo dei lasciti, almeno per consistenza numerica, proviene dalla famiglia di Defendi Semeghini, che nel 1942 dona al Comune di Mantova un gruppo di dipinti dell’artista.
Nel 1974 viene inaugurata a Palazzo Te l’attesa Galleria Civica di Arte Moderna a Mantova con una sessantina di dipinti, inclusi i pezzi della nuova donazione Arnoldo Mondadori, ai quali, nel 1985, si aggiunge un centinaio di altre opere.
Il lavoro di Arienti è affiancato anche da una ricerca svolta da Teatro Magro, che raccoglie e presenta in mostra racconti della trasformazione conosciuta da Mantova nel Novecento, e da concerti offerti dal Conservatorio di Mantova nei fine settimana.
Vademecum
Stefano Arienti “Quadri da un’esposizione”
Mantova
Palazzo Te,Fruttiere
fino al 26 giugno 2016