Affascinante saggio, edito da Skira, di Salvatore Settis e Giulia Ammannati, sulla nascita del concetto e pratica di salvaguardia del patrimonio artistico-culturale
Se Raffaello gode della fama di essere stato uno dei maggiori studiosi di architettura e conservatori dei beni architettonici del suo tempo, ciò è dovuto soprattutto a un documento: la lettera (1519 -1520), ormai famosa, di Raffaello e Baldassarre Castiglione a Leone X che descrive il progetto di una ricostruzione grafica e materiale di Roma antica, così come la si poteva vedere al principio del XVI secolo. Essa è una pietra fondamentale per la storia della tutela dei monumenti del passato, perché quando Raffaello fu nominato da Leone X prefetto delle antichità di Roma non esisteva il concetto di conservazione e salvaguardia dei beni culturali: Raffaello si trovò dunque nella necessità di codificare un patrimonio non classificato e disperso.


Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, autore di numerosi libri e in particolare per le Scuderie del Quirinale del libellus “Modernità di Raffaello”, con Giulia Ammannati saggista e docente di Paleografia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, hanno rinnovato il testo e l’analisi della Lettera a Leone X, individuando proprio in essa la nascita della moderna cura del patrimonio culturale. Il libro, edito da Skira, s’intitola “Raffaello tra gli sterpi. Le rovine di Roma e le origini della tutela” ed è stato presentato presso la libreria delle Scuderie del Quirinale in un confronto, moderato da Anna Mattirolo, con gli autori insieme a Claudio Parisi Presicce, archeologo dirigente dei beni culturali, e Marzia Faietti, storica dell’arte e docente all’università di Bologna, già curatrice della mostra tenutasi alle Scuderie Quirinalizie “Raffaello.1520-1483”.

Claudio Parisi Presicce ha introdotto “Raffaello tra gli Sterpi” come “un libro che si legge facilmente, avendo la capacità di collegare tanti aspetti del periodo. Primo saggio ad avere una analisi filologica e una lettura sinottica del testo, cosa che consente l’approfondimento genetico e la ricostruzione di come si sia svolto il gioco delle parti tra Raffaello e Baldassarre Castiglione. Una lettura estremamente piacevole, con immagini poco note e di qualità altissima”.
Marzia Faietti puntualizza che Salvatore Settis nel capitolo “Le reliquie di Roma alla prova del disagio” rende chiaro come Raffaello non avesse in mente una pianta generale di Roma ma un corpus di rilievo di particolari edifici. Aspetto di indubbia importanza.
Giulia Ammannati racconta che Raffaello non se la sentiva di indirizzare, di suo pugno, una lettera a Leone X e sia ricorso al Castiglione; che la lettera aveva una messe di correzioni e i fogli aggiunti in fondo potrebbero essere delle bozze preparatorie; che la storia di questa lettera continua ad essere narrata dall’autografo di Castiglione e dal manoscritto di Monaco (del lavoro di Raffaello sul testo resta traccia in un manoscritto di Monaco che spiega come, a causa della sua morte, uno scritto così impegnativo rimase incompiuto ).


Salvatore Settis rimarca come Leone X non abbia mai letto la lettera, a lui mai spedita. Spiega come il libro privilegi la sequenza dei fatti. Come il racconto sia stato costruito con il rigore che si deve a tali passaggi, al fine di offrire al pubblico non soltanto un’edizione genetica, ma altresì sinottica. “Da quello che ci è stato possibile vedere” – dice l’autore – “viene fuori l’immagine di un Raffello pensatore indipendente, capace di contestare il Papa pur con i modi garbati dell’elogio”.
Il saggio di apertura di Settis affronta temi, interrogativi e dubbi su questo caso mai chiuso, alla luce di un’accurata ponderazione delle circostanze documentarie e della storia culturale e istituzionale: le rovine, le raccolte di antichità, i provvedimenti di salvaguardia (prima e dopo il 1519-20) dei Papi e del Comune. Il libro illumina un affascinante e poco conosciuto scenario artistico-culturale della Roma di Leone X, lo sguardo di Raffaello su Roma antica, il suo rapporto con Baldassarre Castiglione – letterato, diplomatico e militare al servizio dello Stato della Chiesa – l’audace progetto che prese forma negli ultimi mesi di vita dell’artista, e infine l’eredità intellettuale che questa lettera mai spedita ha lasciato sino fino a noi.
Biblioteca d’Arte Skira
Salvatore Settis e Giulia Ammannati
Raffaello tra gli sterpi
Le rovine di Roma e l’origine della tutela
Pag. 264 – Euro 28